Il multilateralismo non va confuso “con un’autorità mondiale concentrata in una sola persona o in un élite con eccessivo potere”. Nella Laudate Deum, il Papa auspica un “multilateralismo dal basso”, oltre ad “organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali”. In questo modo, spiega, “si darebbe vita a un multilateralismo che non dipende dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile”. “È deplorevole che le crisi globali vengano sprecate quando sarebbero l’occasione per apportare cambiamenti salutari”, denuncia Francesco: tra le proposte, quella di dare più spazio ad “aggregazioni e organizzazioni della società civile”, che “aiutano a compensare le debolezze della Comunità internazionale, la sua mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la sua carenza di attenzione rispetto a diritti umani”. “Le istanze che emergono dal basso in tutto il mondo, dove persone impegnate dei Paesi più diversi si aiutano e si accompagnano a vicenda, possono riuscire a fare pressione sui fattori di potere”, argomenta il Papa: “È auspicabile che ciò accada per quanto riguarda la crisi climatica. Se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali”. In una cultura, come quella postmoderna, che “ha generato una nuova sensibilità nei confronti di chi è più debole e meno dotato di potere”, occorre insistere “sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza”, in modo che “il rispetto della dignità delle persone in modo che l’etica prevalga sugli interessi locali o contingenti”. Anche la diplomazia, per Francesco, dovrebbe riformularsi per diventare “diplomazia multilaterale che risponda alla nuova configurazione del mondo”. In sintesi, più “democratizzazione” nella sfera globale, anche tramite “una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni, poiché quella stabilita diversi decenni fa non è sufficiente e non sembra essere efficace”: “Non sarà più utile sostenere istituzioni che preservino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti”.