L’emergenza migratoria prosegue in tutta la sua drammaticità. Con riflessi sui territori locali: in provincia di Rimini il numero dei profughi è rapidamente salito a 944, quando la scorsa primavera superava di poco le 560 presenze. Una situazione complessa, che vede le strutture dell’accoglienza sul territorio sempre più al limite.
In questo contesto, e proprio nei giorni in cui si è celebrata la Giornata del Migrante e del Rifugiato, il Vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi è intervenuto sul tema, attraverso una serie di riflessioni rivolte a tutta la comunità riminese, al fine di stimolare interventi concreti di accoglienza diffusa. “È fin troppo facile ricordare che anche Gesù è stato un migrante e un rifugiato politico: è dovuto scappare in Egitto per evitare la persecuzione di Erode – le parole del vescovo –. Vedo davanti a me tanti fratelli che hanno lasciato la loro terra e sono qui con noi, tra noi. Vi chiedo di vincere la tentazione di chiudervi e di essere presenti nelle nostre comunità con il dono della vostra Fede, spesso più espansiva della nostra, e della vostra cultura”.
Mons. Anselmi si è concentrato sulla complicata situazione del territorio di Rimini in questi mesi, aprendo alla speranza e all’auspicio per soluzioni concrete. “Vorrei dire una parola sulle difficoltà che gli stranieri incontrano nel trovare un alloggio. Non arrabbiamoci. Ho visto una parrocchia, una comunità, in cui le persone che partecipavano all’Eucarestia si sono tassate con 10 euro al mese per affittare un appartamento a 60/70 famiglie, con il contratto intestato alla parrocchia, piccoli gruppi di 3-4 persone. I padroni di casa erano contenti. C’è bisogno di case, di cibo, di lavoro, ma soprattutto di amore, di accoglienza, di fraternità, di documenti regolari per avere una vita bella e felice. Quella che Dio ha pensato per tutti noi”.