Iraq: Murad (Nobel Pace), “Onu e Governo iracheno rinnovino mandato a missione Unitad. Genocidio crimine contro l’umanità”

In una nota, diffusa oggi, il premio Nobel per la pace (2018), Nadia Murad, e l’avvocato Amal Clooney esprimono preoccupazione per il possibile “mancato rinnovo” del mandato dell’Unitad, la squadra investigativa delle Nazioni Unite che si occupa di accertare in Iraq la responsabilità dei crimini commessi dallo Stato Islamico (Isis). Murad, yazida irachena, fatta prigioniera nel 2014, picchiata e stuprata dagli uomini dell’Isis, e Clooney, nel comunicato ribadiscono il loro sostegno alla missione Unitad in Iraq “poiché documenta i crimini commessi dall’Isis e fornisce un supporto fondamentale alle indagini penali negli stati di origine dei combattenti stranieri dello Stato Islamico”. Negli ultimi cinque anni, la squadra investigativa delle Nazioni Unite in Iraq, spiegano le due firmatarie della nota, “ha raccolto rove e testimonianze e ha dimostrato l’enorme brutalità dell’Isis. Ha documentato non solo il genocidio e la violenza sessuale perpetrati dall’Isis contro la minoranza yazida, ma anche i suoi crimini contro altre minoranze in Iraq”. Per Murad e Clooney “il lavoro dell’Unitad non è completo. Il rinnovo del mandato è della massima importanza affinché la missione possa essere completata, compresa la conservazione delle prove da utilizzare in procedimenti penali equi e indipendenti e il rafforzamento della capacità dell’Iraq nelle indagini e nei procedimenti penali sui crimini internazionali”. “Sarebbe profondamente doloroso – conclude il comunicato – per tutti i sopravvissuti che hanno affidato all’Unitad la loro testimonianza, così come per le altre vittime, se questo lavoro venisse interrotto prima che il mandato fosse adempiuto, e ciò invierebbe il messaggio che la giustizia per le vittime dell’Isis non solo è ritardata ma negata. Il genocidio è il crimine più grave contro l’umanità e occorre fare ogni passo possibile per garantire che non si ripeta. Affrontare frontalmente la verità raccogliendo e catalogando prove e testimonianze è il primo passo per garantire che questi crimini non vengano negati o dimenticati”. Da qui la richiesta al Governo iracheno e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di “rinnovare il mandato e di fornire un sostegno costante alla missione dell’Unitad”.

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