“Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità si mostrano poi per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro”. Non usa mezze misure, il Papa, con il popolo giovane che si è dato appuntamento a Lisbona. “Se Dio ti chiama per nome significa che per Lui non sei un numero, ma un volto”, spiega Francesco dal Parque Eduardo VVII rivolgendosi idealmente ad ogni singolo giovane: “Vorrei farti notare una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato”. “Gesù no: lui ha fiducia in te, per lui tu conti”, garantisce il Papa: E allora noi, sua Chiesa, siamo la comunità dei chiamati: non dei migliori – no, assolutamente no – ma dei chiamati, così come siamo, con i problemi che abbiamo, con i limiti che abbiano, con la nostra gioia che trabocca, con la nostra voglia di essere migliori. Siamo la comunità dei fratelli e delle sorelle di Gesù, figli e figlie dello stesso Padre”.