“Una vita senza crisi è una vita asettica, è come l’acqua distillata: non ha nessun spore, non sa di niente, non serve a niente”. È il saluto, pronunciato a braccio e in spagnolo, ai giovani di Scholas Occurrentes, incontrati dal Papa nella loro sede di Cascais. “La crisi bisogna farla propria, affrontarla e risolverla”, ha proseguito Francesco: “Rimanere nella crisi neanche va bene, è come un suicidio continuo. Bisogna percorrerla, affrontarla, ma raramente da soli. Per questo è importante Scholas, per risolvere le crisi insieme e andare avanti”. “Scholas rende possibile questo: che ognuno si senta interpretato, quindi mostrando rispetto non statico ma dinamico”, l’omaggio del Papa: “muoversi per fare le cose, per esprimersi facendo”. Dopo il saluto di benvenuto del presidente, Francesco ha ascoltato la testimonianza di tre giovani appartenenti a religioni diverse e ha messo la sua firma su un drappo artistico di tre chilometri, il murales più lungo del mondo. “Questa pittura è come una appella Sistina, pitturata da voi, però”, l’apprezzamento del Santo Padre: “Scholas ti fa muovere, ti fa rispettare l’altro, ascoltare l’altro che ha qualcosa da dirti e anche lui ti ascolta perché hai qualcosa da dirgli. Scholas è un incontro che si vive camminando tutti: di qualunque paese, di qualunque religione. Guardando avanti e camminando insieme: questo è costruttivo, come i tre chilometri del murales che avete fatto qui”. “Trasformare il caos in un cosmo”, l’ultima indicazione di Francesco prima di congedarsi: “Fare qualcosa di attraente. Una vita che rimane nella dimensione caotica è una vita fallimentare, è come una vita distillata, dove tutto è perfetto. Ma questo non è vita, è destinato a morire. Invece, sentire la crisi e vedere come, con l’aiuto della comunità, si trasforma in un cosmo, va bene”. Dopo la recita del Padre Nostro e la benedizione finale, Papa Francesco, insieme ai leader religiosi presenti, prima di lasciare la sede di Scholas Occurrentes, assiste alla piantumazione dell’albero di ulivo della pace da parte dei giovani. Quindi rientra in auto alla nunziatura apostolica di Lisbona dove pranza in privato. Questo pomeriggio (18.15, ora di Roma) la cerimonia di accoglienza al Parque Eduardo VII, “porta di ingresso” per l’incontro con il popolo della Gmg, che lo attende per il primo abbraccio collettivo.