(da New York) – Sono oltre 28.300, organizzati in più di 1.300 gruppi i giovani pellegrini degli Stati Uniti che stanno partecipando alla Giornata mondiale della gioventù con Papa Francesco a Lisbona. Sono la quinta delegazione per numero di partecipanti, a seguito di 60 vescovi, 35 dei quali impegnati nelle catechesi per altri pellegrini arrivati in Portogallo. Il 2 agosto sera i giovani americani si sono ritrovati nel parco Quinta das Conchas per un momento di musica, testimonianze e preghiere. Il vescovo Edward Burns di Dallas ha guidato un’ora di adorazione eucaristica come parte di un programma della Chiesa statunitense impegnata per tre anni in una nuova comprensione del sacramento.
Tra gli interventi della serata c’è stato quello del vescovo di Winona-Rochester, mons. Robert E. Barron, che, nella Conferenza episcopale degli Stati Uniti, è anche presidente del Comitato per i laici, il matrimonio, la vita familiare e i giovani. “Questa è un’occasione meravigliosa per i giovani adulti di avere un incontro significativo con Gesù Cristo in compagnia della Chiesa universale. È anche un momento in cui il Santo Padre e la leadership della Chiesa hanno l’opportunità di ascoltare i giovani presenti, istruirli e formarli al Vangelo, e infine indirizzarli verso la loro vocazione e missione nel mondo”, ha commentato Barron che accompagna un gruppo di giovani pellegrini e mercoledì ha tenuto una catechesi ai giovani di lingua francese. Il vescovo, che è fondatore di uno dei siti di evangelizzazione più noti degli Stati Uniti, Word on Fire, sta utilizzando i social media per condividere le sue riflessioni sulla Gmg, portando i fedeli della diocesi, rimasti a casa, nelle chiese e nelle piazze del Portogallo.
Ritratto in preghiera nel Santuario della Madonna di Fatima e poi sulla piazza, Barron ha girato un video per condividere l’emozione di essersi trovato “in un posto carico, quasi radioattivo dove si può sentire la presenza del soprannaturale”. Il comitato dei laici, da lui presieduto, ha contribuito all’arrangiamento e alla traduzione in inglese dell’inno della Gmg.
Anche i 30 giovani della diocesi di Corpus Christi in Texas ha scelto di raccontare la loro esperienza a Lisbona con un VBlog su Youtube e hanno proposto a tutti i loro amici un pellegrinaggio virtuale in diretta anche se 6 ore di fuso orario li separano. Così, mentre alle 9 i pellegrini a Lisbona si preparano alla Messa, quelli virtuali sui canali social esprimono il loro apprezzamento e la loro partecipazione a distanza alle 3 del mattino. Entusiasta dell’idea del pellegrinaggio virtuale è proprio il vescovo di Corpus Christi, Michael Mulvey, che nel Vblog di mercoledì, dopo aver raccontato la novità di adattarsi ad una nuova lingua e ad nuovo cibo, ha sottolineato “la bellezza di far parte di un’unica grande diocesi: quella della Chiesa”. Il vescovo ha precisato che pur non anagraficamente giovane, sente che tutti sono chiamati a restare giovani sapendo che “qui non è il futuro della Chiesa ma la Chiesa di oggi felice di essere insieme e di camminare insieme anche attraverso un pellegrinaggio virtuale”.
Per i giovani statunitensi partecipare alla Gmg ha avuto un costo che ha superato i 4.000 dollari, una cifra che in molti non potevano permettersi, ma nell’anno di preparazione sono state migliaia le iniziative di raccolta fondi messe in atto per consentire al maggior numero possibile di loro di poter andare a Lisbona. Una delle ultime azioni di fundraising è stata organizzata da un gruppo di sacerdoti della diocesi di Washington, legati al Cammino Neocatecumenale che hanno creato “Priests in Concert Band – la band dei sacerdoti in concerto”. Attraverso la musica, con un linguaggio allo stesso tempo divertente e profondo, questi sacerdoti hanno conquistato il loro pubblico e soprattutto sono riusciti nell’intento di finanziare i viaggi dei giovani pellegrini. “I cristiani sono immersi quotidianamente in un ambiente ostile alla fede, sentendosi isolati e spesso contrapposti” dicono i sacerdoti cantanti, spiegando le ragioni che li hanno convinti a ideare questa tournée nel Paese a favore dei giovani. “Far parte di un raduno in cui migliaia di coetanei celebrano la stessa fede assicura loro che la Chiesa è viva e che Dio parla ancora ai giovani del mondo con forza”, conclude la band che ora è spinta a continuare questa esperienza di fede, anche oltre la Gmg.