Papa in Portogallo: ai giovani universitari, “titolo di studio non è licenza per benessere personale”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Sarebbe uno spreco pensare a un’università impegnata a formare le nuove generazioni solo per perpetuare l’attuale sistema elitario e diseguale del mondo, in cui l’istruzione superiore resta un privilegio per pochi. Se la conoscenza non viene accolta come responsabilità, diventa sterile”. È il monito del Papa, nell’incontro con i giovani universitari presso l’Università cattolica portoghese di Lisbona, con cui si aperto il suo secondo giorno in Portogallo. “Se chi ha ricevuto un’istruzione superiore – che oggi, in Portogallo e nel mondo, rimane un privilegio – non si sforza di restituire ciò di cui ha beneficiato, non ha capito fino in fondo cosa gli è stato offerto”, la tesi di Francesco: “Chiediamocelo: dove sono? Me ne sto chiuso nella mia bolla o corro il rischio di uscire dalle mie sicurezze per diventare un cristiano praticante, un artigiano di giustizia e di bellezza? E ancora: Dov’è mio fratello?”. “Esperienze di servizio fraterno come la Missão País e molte altre che nascono in ambito accademico dovrebbero essere considerate indispensabili per chi passa da un’università”, l’apprezzamento del Papa, secondo il quale “il titolo di studio non deve essere visto solo come una licenza per costruire il benessere personale, ma come un mandato per dedicarsi a una società più giusta e inclusiva, cioè più progredita”. “Voi, cari studenti, pellegrini del sapere, cosa volete vedere realizzato in Portogallo e nel mondo? Quali cambiamenti, quali trasformazioni? E in che modo l’università, soprattutto quella cattolica, può contribuirvi?”, le domande ai presenti.

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