“Il cuore giovane è sempre un cuore in movimento. L’uomo stesso è sempre un viandante perché interamente proteso verso uno scopo, un obiettivo capace di dar ragione del viaggio, della fatica e della gioia del camminare insieme. La giovinezza, in particolare, è la condizione di un cuore dominato dalla passione della ricerca, dalla sorpresa della scoperta e dall’amore per la meta”. Lo ha detto l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, nell’omelia della messa che ha celebrato stamani, nella chiesa di Nostra Signora di Loreto, a Lisbona, con i pellegrini italiani, alla vigilia dell’apertura della 37ª Giornata mondiale della gioventù dal titolo “Si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). L’arcivescovo ha poi ricordato il Vangelo di Matteo (13,44-52), che “insegna che la saggezza e l’intelligenza desiderate non sono tanto la conquista di un’ascesi o di un impegno intellettuale”. “Il cuore saggio e intelligente è frutto della grazia di un incontro e della generosità di una scommessa, di un rischio d’amore”. Soffermandosi poi sulla “gioia del cammino”, il presule ha spiegato che “è quella che sgorga dal cuore per aver trovato ciò che vale tutto, per cui spendere ciò che siamo e quanto abbiamo, quella cioè che vale l’intera esistenza”. “La grazia di una scoperta e lo slancio della dedizione riempiono la vita”, ha aggiunto. Quindi, l’incoraggiamento ad annunciare che “il tesoro più bello, grande, attraente e necessario è Cristo stesso”: “È Lui che si lascia trovare, che ci viene sempre incontro per riempirci di sé, per dare significato e pienezza alla vita. La ragione, l’origine e il compimento del viaggio, come per Maria, sono sempre la grazia di un incontro di vita, la promessa di una gioia eterna”.