“Carissimi giovani, in questo tempo bellissimo e tragico, quando tanti ragazzi vengono mandati a uccidere nei campi di battaglia e altri muoiono nel tentativo di guadagnarsi un futuro più degno, quando le notizie dei giornali parlano di violenze nelle nostre città, la Chiesa scommette ancora su di voi, Cristo continua a chiamarvi. Il vostro sia un cammino di scoperta dell’io, del mistero di Dio e degli altri. Andate incontro ai vostri coetanei con la ricchezza della vostra speranza e partecipate con creatività alla costruzione di un mondo diverso, un mondo di verità e amore dove gli uomini possano fare della vita un lungo a appassionato cammino verso la felicità senza fine!”. Lo ha scritto mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, nel messaggio inviato ai giovani dell’arcidiocesi nell’imminenza della XVIII Giornata mondiale della gioventù.
Richiamando il “Si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), che racconta di come Maria raggiunse la cugina Elisabetta incinta, il presule sottolinea: “Contempliamo questo modello e chiediamo di poterne imitare la forza e la freschezza di vita”. “La giovinezza – spiega – è un momento di vita particolarmente segnato della ricerca. L’immagine cristiana dell’homo viator rappresenta in modo potente la forza dell’uomo interamente proteso verso uno scopo, una meta capace di dar ragione del cammino, della fatica e della scoperta della strada. La giovinezza è lo stato interiore dominato dalla ricerca, dalla scoperta e dall’amore dello scopo del vivere”. “Quanti giovani – osserva l’arcivescovo – vediamo consumati dalla noia, il sentimento che la vita è di troppo, senza gusto e significato, talvolta mascherata da una allegria artificiale o da una agitazione senza costrutto! Quanta violenza da parte di chi non sa più amare e ricerca il successo nell’approvazione o nel possesso degli altri!”. “Cari giovani, sentite rivolte a voi le parole del Vangelo: alzatevi e andate in fretta, mettetevi in cammino verso la verità, incontro a Dio che ci aspetta negli altri, verso le persone che attendono il nostro abbraccio per gioire e comprendere il bene della vita”, l’esortazione di mons. Baturi. “La giovinezza si mobilita nella sua energia di affetto e ragione quando incontra l’annuncio credibile e sperimentabile di ‘ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario’ (Papa Francesco). Faremo insieme questo passaggio – conclude l’arcivescovo – perché la strada si condivide con amici affidabili. Non la solitudine ma la grazia di una compagnia ci dà la forza e la gioia del cammino”.