Solidarietà: Terra e Missione Aps, ieri a Roma la sfilata di moda “Fili di speranza”

(Foto: Biagio Tamarazzo per Terra e Missione)

Un’atmosfera di incanto e speranza ha avvolto il giardino della Casa di accoglienza “Chaire Gynai” a Roma, in Via della Pineta Sacchetti 506, in occasione della sfilata di moda “Fili di speranza”, che si è svolta ieri, domenica 23 luglio. Un evento unico, che ha unito l’eleganza dell’alta moda a un messaggio di solidarietà, esaltato dalla diversità delle stoffe provenienti dai diversi Paesi del mondo.
Gli abiti presentati, confezionati nel piccolo laboratorio di sartoria eco-solidale promosso a Ladispoli (Roma) dall’associazione Terra e Missione Aps in collaborazione la Confraternita S. Maria del Rosario, hanno raccontato storie di terre lontane, impreziosendo i capi con tessuti provenienti dalle diverse missioni nel mondo. I colori vivaci dell’Africa hanno danzato insieme alle tonalità calde dell’Oriente, mentre i delicati ricami ucraini si sono intrecciati con le vivaci stampe sudamericane, ai kimono e pregiati sari indiani. Questa mescolanza di stili e culture ha conferito ai capi fascino, che ha reso ogni pezzo unico.
Particolarità dell’iniziativa è la scuola di sartoria, aperta a donne disoccupate, sostenuta dalla Caritas di Porto-Santa Rufina. È stato proprio durante il corso di cucito che stiliste e allieve hanno dato vita alle diverse creazioni.
Accanto alle donne artigiane, hanno sfilato le giovani rifugiate ospitate presso la casa di accoglienza “Chaire Gynai”, progetto voluto da Papa Francesco e gestito dalla Fondazione Scalabriniana per accogliere donne con bambini in condizioni di vulnerabilità. Tutte insieme in passerella per lanciare un messaggio forte e chiaro: tornare alla vita, a una vita rigenerata, è sempre possibile. Proprio come gli abiti che, realizzati con materiali di scarto, hanno preso nuova forma, diventando capi unici.
Al termine della sfilata si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati, certificati dal Ciofs Fp Lazio, a tutte le corsiste, alle stiliste e alle diverse congregazioni missionarie, che hanno donato le loro stoffe per consentire la realizzazione degli abiti.

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