Compie 90 anni la comunità francescana al Monte Nebo (Giordania). Era il 13 luglio 1933 quando i primi frati della Custodia di Terra Santa vi si stabilirono, dopo aver acquistato il terreno dai beduini. Li guidava fr. Girolamo Mihaic, “abuna Germana”. Secondo la tradizione, riferisce il sito della Custodia, in questo luogo Mosé vide la Terra Promessa – pur non potendovi entrare – e morì. L’anniversario della presenza francescana è stato festeggiato “in famiglia” dalla piccola comunità del Nebo. Il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, ha presieduto la messa nel santuario (Memoriale di Mosè). Hanno concelebrato il vicario della Custodia di Terra Santa, fr. Ibrahim Faltas; fr. Rashid Mistrih, discreto di Terra Santa e guardiano del convento di Amman; alcuni parroci di Madaba. Oltre ai frati della comunità, erano presenti religiosi e religiose della Piccola famiglia dell’Annunziata (dossettiani) e le consacrate del Sermig di Madaba e alcuni rappresentanti dell’ambasciata italiana in Giordania. Nell’omelia, il Custode ha citato un racconto ebraico che parla della morte di Mosè, secondo cui, al momento della morte, al Nebo “Dio baciò Mosè e prese la sua anima con un bacio della sua bocca”. Il bacio come suggello delle promesse di Dio: Mosè non entrò nella Terra Promessa ma direttamente nella comunione con Lui. Oggi la comunità francescana al Nebo è composta da tre frati: fr. Bernard Thilagarajah (guardiano), fr. Ammar Shahin e fr. Ibrahim Pio Haddad. “La nostra missione è esserci, innanzitutto come presenza nel santuario – sottolinea fr. Bernard –. I pellegrini vedono che ci sono i francescani e spesso si fermano per parlare, per confessarsi. Siamo qui per accogliere chiunque arriva, che è l’essenza del nostro carisma francescano”. Nell’area del santuario sono in corso lavori di restauro di alcuni fabbricati, per poter accogliere piccoli gruppi per ritiri ed Esercizi spirituali. La Custodia è proprietaria anche del Khirbat al-Mukhayyat, l’altra cima del Nebo, nota come “città di Nebo”, a pochi chilometri dal Memoriale. La proprietà include, tra l’altro, i resti delle chiese di San Giorgio e dei santi Lot e Procopio. Quest’ultima custodisce uno dei tappeti musivi più rappresentativi dei mosaici di Giordania e meglio conservati, datato al VI secolo. Tra i progetti della Custodia c’è quello di rendere questa proprietà più fruibile e accessibile ai pellegrini.