“L’Ue deve definire una strategia chiara, che veda tutti i livelli politici – locale, nazionale ed europeo – uniti e solidali tra loro. Il piano RePowerEu non basta”. Questo afferma il Comitato economico e sociale europeo nel suo terzo convegno sulla povertà energetica, oggi a Bruxelles. “Dati allarmanti” parlano di 42 milioni circa di persone in tutta Europa – vale a dire il 9,3% dei cittadini dell’Ue – che nel 2022 non sono stati in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case. Per affrontare la povertà energetica, il Cese avanza una serie di proposte: dall’istituzione di meccanismi di controllo dell’inflazione e la riforma dell’attuale mercato dell’energia elettrica, alla “diminuzione del consumo di energia attraverso misure di risparmio e di efficienza energetica che ne riducano in via permanente la domanda”. O ancora investimenti nelle energie rinnovabili e aiuti per la ristrutturazione degli edifici per migliorare l’efficienza energetica. In sostanza servono risorse supplementari “al livello locale, snellendo le procedure di accesso ai finanziamenti dell’Ue”, dice ancora il Cese. “L’energia è un servizio pubblico e l’imminente riassetto del mercato dell’energia elettrica deve garantire un approvvigionamento sostenibile e affidabile insieme al diritto all’energia per i cittadini”, le parole di Andrés Barceló Delgado, presidente del gruppo sull’energia del Cese.