Il ricordo della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i valorosi uomini della scorta, “sia una memoria generativa di un cambiamento vero, ‘senza se e senza ma’, mai gattopardesco nei confronti delle mafie”. È l’auspicio espresso da mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Cei per l’Area Sud, in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio. Il presule della diocesi cassanese, in un messaggio ha ricordato quel terribile evento, con le parole di Paolo Borsellino, pronunciate in memoria dell’amico Giovanni Falcone: “La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire il fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.