Spagna: elezioni politiche domenica prossima. Forti (Affari internazionali), “Nosferatu vs Frankenstein, Paese spaccato in due”

“Quello che decideranno gli spagnoli peserà anche in Europa. Non solo perché una vittoria delle destre confermerebbe il trend ultraconservatore che abbiamo visto negli ultimi mesi – dall’Italia alla Grecia, passando per la Svezia e la Finlandia –, ma anche perché un esecutivo Feijóo-Abascal rafforzerebbe i fautori di un accordo tra il Ppe e l’estrema destra a Bruxelles”. Lo scrive Steven Forti, in un articolo per il sito di “Affari internazionali” intitolato “Nosferatu vs Frankenstein: la Spagna dopo il 23 luglio”. Il testo si concentra sulle elezioni politiche che si terranno nel Paese iberico domenica prossima. Forti è professore di Storia contemporanea presso l’Universitat Autònoma di Barcelona e ricercatore presso l’Instituto de Historia Contemporanea dell’Universidade Nova de Lisboa. “Negli ultimi anni la Spagna è diventato uno dei Paesi più polarizzati al mondo, dopo Argentina e Stati Uniti. Il clima che si respira in queste settimane di un’inedita campagna elettorale nel cuore dell’estate lo sta dimostrando. Il Paese è spaccato in due, il dibattito politico è spesso privo di sostanza e la possibilità di arrivare ad accordi che rompano i due blocchi non è altro che una chimera”.
“Il dibattito televisivo tra i candidati dei due principali partiti – il socialista Pedro Sánchez, premier uscente, e il popolare Alberto Núñez Feijóo – tenutosi lo scorso 13 luglio lo ha reso ancor più palese. Il candidato del Partido Popular ha utilizzato la tecnica del Gish gallop, colloquialmente conosciuta come ‘mitragliatrice di menzogne’, per evitare di parlare seriamente di qualunque cosa e distruggere l’avversario”, afferma lo studioso.
“Il prossimo 23 luglio gli spagnoli tornano alle urne solo due mesi dopo aver votato alle amministrative. Si tratta di elezioni anticipate convocate a sorpresa da Sánchez dopo la vittoria schiacciante delle destre il 28 maggio scorso. Il leader socialista ha tentato di sparigliare le carte, recuperare l’iniziativa politica e rimobilitare l’elettorato progressista con lo spauracchio dell’ingresso dell’estrema destra di Vox nella stanza dei bottoni. Uno spauracchio, d’altro canto, più che reale non solo perché Vox ha incrementato i suoi voti, ma anche perché il Partito popolare ha siglato senza scomporsi accordi di governo in quattro regioni e oltre un centinaio di comuni con il partito guidato da Santiago Abascal”.

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