“La continua violenza dei coloni israeliani ha spinto sette famiglie palestinesi della comunità beduina di Al-Baqa’a, a nord-est di Gerusalemme, a fuggire dalle loro case questa settimana”. A denunciarlo oggi è il Norwegian refugee council (Nrc), attraverso le dichiarazioni di Caroline Ort, direttrice del Nrc per la Palestina. “Dopo tre settimane di vessazioni, intimidazioni e aggressioni fisiche, le famiglie che vivono ad Al-Baqa’a non hanno avuto altra scelta che andarsene”, ha dichiarato. “I coloni israeliani, con il tacito – e talvolta esplicito – sostegno dei funzionari del governo israeliano, stanno intimidendo e attaccando le comunità palestinesi con il preciso obiettivo di sfollarle. Il trasferimento forzato è una violazione del diritto internazionale e deve cessare”. Trentasei palestinesi, tra cui 20 bambini, sono stati sfollati dopo che i coloni israeliani hanno stabilito un nuovo avamposto, intimidito e molestato membri della comunità e bruciato una tenda residenziale. Le autorità israeliane, denuncia ancora Nrc, “hanno creato un ambiente sempre più coercitivo, facendo pressioni e alla fine costringendo i residenti di Al-Baqa’a ad andarsene. L’espansione degli insediamenti israeliani, così come le restrizioni urbanistiche, limitano la libertà di movimento dei residenti, compreso l’accesso ai pascoli. La paura degli attacchi dei coloni ha anche impedito ai membri della comunità di lasciare le loro case e muoversi liberamente”. Da qui l’appello del Nrc alla comunità internazionale perché “si faccia chiarezza sulla responsabilità dei coloni” in merito a queste violenze, perché, sottolinea Ort, “troppo spesso sentiamo solo condanne e cordoglio dalla comunità internazionale, ma non basta. Abbiamo bisogno di azioni per porre fine a questa impunità. Due famiglie di Al-Baqa’a hanno deciso di rimanere nella comunità. Israele deve adempiere ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale per fermare la violenza dei coloni, proteggere i palestinesi e prevenire ulteriori sfollamenti”.