Bosnia-Erzegovina: 28 anni fa il genocidio di Srebrenica. Mijatović (Consiglio d’Europa), 11 luglio sia Giornata internazionale della memoria “per rispettare dignità di vittime e sopravvissuti ed evitare che vengano dimenticati”

Il genocidio di Srebrenica, in cui sono stati brutalmente uccisi 8.372 bosniaci, “non è una questione di opinione, è un fatto storico, legalmente stabilito dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, dalla Corte internazionale di giustizia e dai tribunali nazionali”: lo scrive oggi la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović. Lo definisce un “capitolo oscuro nella storia collettiva dell’Europa”, che resta da alcuni ignorato o addirittura negato. E proprio questo fatto rappresenta “un insulto alle vittime e una seria minaccia alla giustizia e alla pace nella regione”, afferma ancora Mijatović che si rivolge ai leader politici della regione che hanno “la responsabilità primaria di fermare l’attuale spirale di negazione, promuovendo invece una cultura della verità, dell’empatia per le vittime e della riconciliazione”. Mijatović si fa ancora una volta portavoce della richiesta delle “Madri di Srebrenica”: l’11 luglio diventi la Giornata internazionale della memoria delle vittime di questo genocidio. Fu infatti tra l’11 e il 12 luglio 1995, che a Srebenica (Bosnia) furono uccisi oltre ottomila uomini e ragazzi musulmani bosniaci. La comunità internazionale, continua la Commissaria, “smetta di guardare dall’altra parte” e stia “dalla parte della verità e solidale con i sopravvissuti e le famiglie delle vittime”. E conclude: “È il minimo che possiamo e dobbiamo fare per rispettare la dignità delle vittime e dei sopravvissuti ed evitare che vengano dimenticati”.

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