I leader indigeni del Guatemala, ieri, in una conferenza stampa tenuta a Città del Guatemala, hanno chiesto il rispetto dei risultati delle elezioni presidenziali di giugno, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, che ha ordinato una revisione delle schede elettorali per presunte irregolarità. Una decisione che ha suscitato critiche e più di qualche inquietudine da parte di Unione europea, Stati Uniti e Organizzazione degli Stati americani, oltre che da parte della Conferenza episcopale del Guatemala.
“Questo è un momento storico per il popolo del Guatemala. Chiediamo e invitiamo altri settori a unirsi a noi, perché stanno violando la nostra democrazia, la libertà e l’uguaglianza”, ha dichiarato ai giornalisti Luis Pacheco, presidente del consiglio dei sindaci dei 48 cantoni del dipartimento di Totonicapán, una delle zone a maggiore concentrazione indigena, in un Paese dove i nativi rappresentano il 42% della popolazione. Una loro rappresentanza è nella capitale, per chiedere alla Corte Costituzionale di rivedere la propria decisione
“Quello che vogliamo è difendere la democrazia, la sovranità e la volontà del popolo”, ha dichiarato Pacheco, che ha assicurato che l’iniziativa è apolitica e mira solo a rafforzare lo Stato di diritto. La richiesta, di conseguenza, è quella di poter votare, il 20 agosto, al ballottaggio tra la moderata Sandra Torres Casanova e il candidato di sinistra Bernardo Arevalo de León.