Consiglio europeo: migrazioni, Polonia e Ungheria bloccano l’accordo. “Solidarietà solo su base volontaria”

(Photo European Council)

“Il presidente ha preso atto che il Consiglio europeo esprime il suo profondo dolore per la terribile perdita di vite umane causata dalla recente tragedia nel Mediterraneo. Ha osservato che l’Unione europea rimane impegnata a rompere il modello di business dei trafficanti e delle reti di trafficanti e ad affrontare le cause profonde della migrazione irregolare in modo da affrontare meglio i flussi di migranti ed evitare che le persone intraprendano viaggi così pericolosi”. È l’incipit del documento che Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha offerto ai giornalisti al termine del summit di Bruxelles, perché non è stato possibile giungere a un documento comune dei 27 capi di Stato e di governo. L’opposizione di Polonia e Ungheria ha bloccato la convergenza unanime sulla risposta alle migrazioni e alla loro dimensione esterna. Inutili, in questo senso, le mediazioni di alcuni leader, fra cui la premier italiana Giorgia Meloni. Alla quale non è rimasto che dichiarare: “non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali”. Contrari, però, all’interesse europeo e italiano.
“La migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea”, ha specificato Charles Michel. “La situazione migratoria alle frontiere esterne dell’Ue e all’interno dell’Unione è stata riesaminata in modo globale ed è stato preso atto del lavoro svolto finora nel quadro di una risposta europea. La presidenza del Consiglio e la Commissione hanno informato il Consiglio europeo dei costanti progressi compiuti nell’attuazione delle sue conclusioni del 9 febbraio 2023, con particolare attenzione agli aspetti esterni della migrazione e ai relativi meccanismi di finanziamento. A seguito della recente lettera della Commissione e sulla base dei progressi compiuti finora, si intensificheranno i lavori su tutti i filoni d’azione, lungo tutte le rotte migratorie, in linea con il diritto internazionale”.
“È stato osservato che la Polonia e l’Ungheria hanno dichiarato che, nel contesto dei lavori in corso sul patto sulla migrazione e l’asilo […] è necessario trovare consenso su un’efficace politica in materia di migrazione e asilo, che, nel contesto delle misure di solidarietà, la ricollocazione e il reinsediamento dovrebbero essere su base volontaria e che tutte le forme di solidarietà dovrebbero essere considerate ugualmente valide e non fungere da potenziale fattore di attrazione per la migrazione irregolare”.

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