(Milano) Nel Rapporto sulle povertà nella diocesi, presentato oggi nella sede di Caritas Ambrosiana a Milano, un focus è riservato alla situazione occupazionale, che “vede ancora prevalere le persone disoccupate (51,8% del totale degli aiutati), ma in ulteriore forte espansione appare il segmento degli occupati (23,3%, valore aumentato del 58,2% negli ultimi 7 anni). Ciò spiega perché sempre meno chi accede a un centro d’ascolto chieda un lavoro, e sempre più spesso segnali problemi di reddito (69,3% degli utenti, il dato più alto mai registrato in diocesi da quando le rilevazioni sono sistematizzate)”: tale condizione caratterizza il 71,8% degli utenti italiani (erano il 63,2% nel 2019) e addirittura il 77,5% delle persone occupate che accedono ai centri d’ascolto e ai servizi. “I bisogni di reddito sono diffusi, e relativi a ordinarie esigenze di vita e sostentamento (non a costose emergenze improvvise): è la situazione sperimentata da ben 3 su 4 occupati part time e di quasi 2 su 3 occupati full time che si rivolgono ai centri e servizi Caritas”. Tra gli occupati del campione che accusano insufficienze reddituali, le professioni più frequenti sono quelle relative ai lavori domestici (25%) e all’assistenza agli anziani (23%). Le conseguenze “delle diffuse carenze reddituali sono facilmente intuibili”, secondo il Rapporto. “Operatori e volontari Caritas sempre più spesso si sentono rivolgere dagli utenti una richiesta (tipicamente emergenziale) di beni materiali e servizi, che sopravanza ormai nettamente ogni altro tipo di richiesta (lavoro, casa, orientamento ai servizi, assistenza legale, supporto a percorsi di inclusione): essa è espressa dal 49,2% degli utenti, con un incremento del 31% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico (nonché anno rispetto al quale sono aumentate del 20,1% le sole richieste di beni alimentari)”.