72ª Settimana Cop: don Doragrossa (Genova), serviranno “sacerdoti capaci di coniugare restanza e itineranza”

(Foto: Centro di orientamento pastorale)

“Restanza” e “itineranza”. Sono le due capacità che dovranno avere i sacerdoti in formazione secondo don Francesco Fully Doragrossa, rettore del Seminario di Genova, intervenuto nel pomeriggio alla 72ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale sul tema “‘Andò in fretta verso la montagna’ – Esisterà ancora nei piccoli paesi la comunità cristiana che segue e annuncia Cristo?” in corso da ieri a Lucca per iniziativa del Centro di orientamento pastorale (Cop).
Per garantire una presenza della Chiesa nei piccoli paesi e nelle aeree interne “la formazione dei nuovi preti sarà un tema centrale”, ha affermato il sacerdote. Nei seminari, ha spiegato, occorre formare uomini capaci di “essere liberi dal ‘si è sempre fatto così’”. Sarà sempre più importante poter contare su “preti capaci di rimanere, di ascoltare, di stare sul territorio per quanto ampio e complesso sia”. “Preti – ha aggiunto – che non amano la fuga, che non scappano da realtà complesse ma che, attraverso una formazione umana interiore e personale, possono affrontare questa situazione”. “Sacerdoti che sappiano celebrare la gioia, senza moltiplicare le messe ma preparando e coinvolgendo le comunità”, ha proseguito. “Preti capaci di relazioni (con altri sacerdoti e con la gente), capaci di motivare azioni (nel rispetto delle competenze e delle caratteristiche delle persone)”. Da qui il secondo aspetto sottolineato, quello della “itineranza”. Ci sarà sempre più la necessità di “presbiteri capaci di prendere l’iniziativa, di essere loro ad andare senza aspettare che da tutti i paesini vengano da lui. Preti che vanno a cercare, per poi radunare e fare comunità”. In sostanza, “persone che camminano, come Gesù e Maria”.

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