Oltre 2.300.000 pazienti assistiti, 1.120.664 visite di bambini sotto i 5 anni, 410.277 visite pre-natali, 214.970 parti assistiti, 18.902 pazienti in terapia antiretrovirale, 11.137 trasporti per emergenze ostetriche, 4.086 bambini malnutriti trattati, 3.406 operatori sanitari formati. Presentato oggi a Padova, il bilancio sociale di Medici con l’Africa Cuamm. Un anno intenso di impegno, aiuto, cure e professionalità donati all’Africa.
Tre le sottolineature principali: il tema dei migranti e degli sfollati interni all’Africa; la formazione delle risorse umane locali come una risposta e alternativa alla fuga; la nuova grande mobilitazione che da qui fino al 4 novembre, giorno dell’Annual meeting 2023 che si terrà a Milano, vuole coinvolgere e sensibilizzare più persone possibili in Italia con un nuovo importante obiettivo, quello di passare da 3.000 a 10.000 operatori sanitari formati in Africa. “Il fenomeno dell’immigrazione è un fenomeno globale che riguarda tutti i paesi, con scenari che cambiano continuamente, ma di certo i paesi più interessati sono quelli africani, non solo come terre da cui la gente parte ma soprattutto come terre in cui la gente arriva. L’80% delle migrazioni avviene, infatti, all’interno dell’Africa – ha detto Chiara Scanagatta, Program Manager Cuamm per Sud Sudan e Centrafrica –. Tra i paesi in cui opera il Cuamm, sono 4 quelli in cui questo fenomeno è più significativo: Etiopia, Mozambico, Sud Sudan e Uganda. Mentre l’Uganda è un paese che accoglie, il Sud Sudan si trova in una situazione fragilissima. Ha 12 milioni di abitanti e 4 milioni di sfollati. Se non sei sfollato oggi, potresti esserlo domani a causa di carestie, fame, guerra. E adesso si assiste anche all’arrivo di profughi dal vicino Sudan, dove la guerra continua da due mesi, senza che nessuno ne parli più”.
Molti i fronti di impegno e lavoro del Cuamm: dalla cura di mamme e bambini, con l’assistenza al parto e la cura del neonato, all’assistenza a bambini malnutriti, a malati di Hiv/Aids, di Tb e Malaria; dalle vaccinazioni alle malattie croniche: un lavoro quotidiano a tutti i livelli del sistema sanitario. Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm che ha affermato: “La parola che mi sento di dire è grazie. Ve lo dico, perché l’Africa, con la crisi internazionale che c’è stata, nell’ultimo anno e mezzo, è completamente scomparsa, non ne parla più nessuno. Ecco perché abbiamo lanciato questo appello ‘Quello che non si vede’. Quello che non si vede sono quei 5 milioni di persone che in Etiopia scappano, su 120 milioni di abitanti; 4 milioni su 12 in Sud Sudan; 6/700 mila in Mozambico, tutto questo non lo racconta nessuno. Quindi, grazie a chi dà voce a quest’Africa che c’è, che soffre, che fa fatica. Noi cerchiamo, con umiltà e tenacia, di far la nostra parte, di dare alternative soprattutto ai giovani africani. Se l’anno scorso abbiamo formato 3.000 persone, l’obiettivo che ci siamo posti, per il 2023, è triplicare i giovani formati. Ci servono 500 euro per formare un infermiere e 3.000 euro per formare un medico. Questo è l’appello che stiamo lanciando”.