Il 1° luglio prossimo, la Spagna prenderà dalla Svezia il testimone della presidenza del Consiglio dell’Ue (https://spanish-presidency.consilium.europa.eu/en/). Quattro le priorità stabilite per il semestre, il quinto dall’ingresso della Spagna nell’Ue nel 1986: re-industrializzare l’Ue, garantendo la sua autonomia strategica e aperta; avanzare nella transizione verde e nell’adattamento ambientale; promuovere una giustizia economica e sociale più ampia; rafforzare l’unità europea. Tutto ciò significherà, per esempio, il summit Ue-Celac (America latina), nella logica del diversificare le relazioni commerciali e rafforzare quelle esistenti con i Paesi dell’America latina; la riforma del mercato dell’elettricità per accelerare l’utilizzo delle energie rinnovabili e accelerare l’attuazione del piano Fit for 55; definire “norme minime e comuni sulla tassazione delle società in tutti gli Stati membri” e lottare contro l’evasione fiscale delle grandi multinazionali, “che costa all’Ue 1,5 punti di Pil all’anno, ovvero la stessa cifra che l’Ue spende per le politiche abitative o la protezione ambientale”. Quanto all’unità dell’Ue, la Spagna intende arrivare al completamento dell’unione bancaria, a un migliore coordinamento nella gestione dei processi migratori e di asilo, a un sostegno coordinato per l’Ucraina e i Paesi limitrofi. Nel calendario già fitto di impegni ed eventi, 23 incontri informali di ministri in 21 diverse città della Spagna, perché la presidenza è “un progetto nazionale, in cui tutte le comunità autonome sono coinvolte”.