Parità di genere in azienda: Altis e Bureau Veritas Italia, “le donne ancora poco rappresentate, soprattutto in posizioni di responsabilità”

Ad un anno dall’avvio delle prime certificazioni sulla parità di genere in Italia, è stata presentata oggi, a Milano, l’anteprima della ricerca condotta da Altis-Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Bureau Veritas Italia per tracciare un primo bilancio del percorso compiuto dalle aziende italiane in questo ambito.
È emersa una iniziale fotografia della considerazione delle Pari Opportunità nel nostro Paese, primo passo per un’indagine più ampia che, nei prossimi mesi, permetterà di monitorare e comprendere le tendenze in atto, grazie anche al prevedibile aumento del numero di aziende certificate. Un quadro non certo privo di sfide, che è stato discusso, a Milano, nel convegno “Parità di genere: ecco i focus per cambiare davvero”, apertosi con gli interventi di Gianluca Puliga, dirigente della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le Pari opportunità, ed Elena Mocchio, responsabile Innovazione e Sviluppo di Uni-Ente italiano di normazione.
Le curatrici della ricerca, Laura Maria Ferri, docente e ricercatrice dell’Altis dell’Università Cattolica, e Chiara Arrighini, ricercatrice dell’Altis, hanno quindi mostrato i risultati emersi dal campione analizzato nella ricerca, composto da 48 micro, piccole e medie imprese, sulla base di 6 indicatori: cultura e strategia; governance; processi Hr; crescita e inclusione; equità remunerativa; tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Delle 48 aziende del campione, “45 hanno definito processi di gestione e sviluppo delle risorse umane a favore dell’inclusione, della parità di genere e dell’integrazione”, ma “solo 19 piccole, medie e grandi aziende delle 43 del campione registrano una presenza di donne dirigenti”. Inoltre, “in 16 delle 48 aziende certificate il divario della retribuzione per medesimo livello è superiore al 10%” e “11 delle 48 aziende non hanno policy per il mantenimento di benefit e iniziative che valorizzino l’esperienza della genitorialità”. Solo “17 delle 28 medie e grandi aziende dispongono dei dati relativi all’utilizzo dei congedi parentali da parte degli uomini”.
“La ricerca condotta, per quanto ancora un’anticipazione basata su 48 aziende, evidenzia come le imprese abbiano lavorato per definire un sistema di gestione strutturato per affrontare il tema delle Pari Opportunità nelle loro organizzazioni, ma occorre ancora del tempo prima di poter vedere i risultati di tale sforzo – ha osservato Ferri –. I dati, infatti, sottolineano come le donne siano ancora poco rappresentate, soprattutto in posizioni di responsabilità e come ancora facciano fatica a crescere professionalmente. Emerge come il tema della formazione dedicata e la capacità di agire su meccanismi per l’equo riconoscimento e valorizzazione del contributo di tutte le persone – quali, ad esempio, politiche retributive, misure a favore della genitorialità o processi di mobilità interna – siano le leve su cui è necessario trovare soluzioni innovative più efficaci, in grado di tradurre in un cambiamento fattivo quanto ad oggi largamente integrato nella definizione di strategie e politiche”.

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