“Lasciare la gente a dormire in tenda o per strada è una crudeltà davanti ai nostri occhi, non è un’opzione in un Paese che è uno dei più ricchi del mondo. Possiamo fare molto meglio”. Lo si legge nel messaggio che i vescovi irlandesi hanno scritto in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi e che serve a ricordare “la nostra responsabilità di prenderci cura di coloro che si recano in Irlanda in cerca di sicurezza, riparo e dignità”. Centomila sarebbero i rifugiati giunti nel Paese dal 24 febbraio 2022; “negli ultimi tempi questo problema è diventato molto delicato e richiede riflessione, consultazione, pianificazione e duro lavoro”. I vescovi ringraziano le comunità parrocchiali e religiose per i grandi sforzi di accoglienza messi in campo e rilevano il fatto che il governo abbia annunciato di essere ora in grado di offrire alloggio a tutti i richiedenti protezione internazionale. Tuttavia, affermano, “abbiamo la responsabilità di chiedere conto a chi detiene l’autorità”, affinché sia “preparato a sostenere i nuovi arrivati in termini di assistenza sanitaria e medica, nonché di alloggio e istruzione”, in collaborazione e in dialogo con le comunità locali. Per tutti la sfida è evitare “che visioni e azioni estremiste possano emergere provocando paura e razzismo, e minando la nostra cultura dell’accoglienza”. Per altro, ricordano i vescovi, come popolo “sappiamo bene cosa vuol dire dover lasciare la propria patria e cercare un riparo e una vita migliore”.