“Da Zemrude alla bellezza”. È questo il titolo dello spettacolo del laboratorio di teatro del progetto MigrArte della Casa della Carità, ispirato a “Le città invisibili” di Italo Calvino, che andrà in scena giovedì 15 giugno alle 18.30 nell’auditorium della Fondazione in via Francesco Brambilla, 10, a Milano. Protagonisti del laboratorio teatrale sono alcuni ospiti della Casa della Carità e persone fragili seguite dai servizi diurni e territoriali della Fondazione, guidati da Alberto Pluda – operatore del servizio di custodia sociale, teatro terapeuta e docente di teatro presso la Banca del Tempo negli spazi di Artepassante – affiancato da Serena Pagani – coordinatrice del progetto Migrarte, i laboratori creativi e di socializzazione della Casa della Carità – e dagli operatori sociali Marta Boniardi e Michel Sanfratello. Spiega Alberto Pluda, che ha ideato e conduce il laboratorio teatrale, “Le città invisibili sono state l’ultima tappa del nostro viaggio di quest’anno. Attraverso la dimensione del gioco le abbiamo scomposte, sognate, interpretate, facendo germogliare una nuova ricerca di bellezza espressa mediante narrazioni, disegni, corpi che danzano e raccontano”. Il percorso del laboratorio teatrale della Casa della Carità, che si richiama al teatro povero di Jerzy Grotowski e a quello della crudeltà di Antonin Artaud, è nato a febbraio 2021 dal confronto con l’esperienza del Teatro Utile dell’etnopsichiatria dell’ospedale Niguarda.