“La riapertura al culto dopo i lavori di restauro e conservazione testimonia l’importanza di una firma, quella dell’8 per mille: una firma che costa nulla, ma che offre in grande servizio alla comunità”. Lo ha detto il vescovo di Castellaneta, mons. Sabino Iannuzzi, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i lavori che hanno riguardato la chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta a Castellaneta che sarà riaperta al culto giovedì 8 giugno, dopo circa quattro anni di chiusura. Gli interventi, finanziati dall’8 per mille per 1,1 milioni di euro, hanno riguardato il rifacimento dello strato di impermeabilizzazione e del manto di copertura, con riuso degli originali elementi e integrazione di coppi curvi tradizionali e il restauro conservativo delle superfici interne intonacate, con la rimozione di depositi superficiali, il consolidamento e il restauro conservativo delle superfici decorate con effetto marmorino e il risanamento di murature dall’umidità ascendente mediante finiture macroporose, deumidificanti.
I lavori sono stati preceduti da indagini diagnostiche non distruttive – come georadar e video endoscopie – da cui è emersa la presenza di umidità che aveva provocato delle infiltrazioni di acqua meteorica all’interno delle cappelle del SS. Crocifisso, di Maria SS. Consolatrice e del Capitolo nonché delle restanti parti della cattedrale, catalizzando fenomeni di degrado sulle superfici interne, in alcune parti decorate con marmorini (claristorio) e con intonaci, stucchi e modanature in gesso.
Nella navata sinistra sono ora visibili semicolonne che “confermano la storicità della cattedrale perché di epoca tardo romanico”, ha ricordato don Domenico Giacovelli, direttore dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della diocesi di Castellaneta. “Riaprire la cattedrale vuol dire restituire alla comunità diocesana la centralità della sua vita”, ha ribadito mons. Iannuzzi. La cattedrale torna a essere “strumento per proseguire il cammino di annuncio del Vangelo”, ha concluso don Giacovelli.