“San Francesco di Paola ha avuto uno sguardo che ha saputo andare oltre, uno sguardo pieno di stupore. È stato un uomo con gli occhi nuovi, che ha saputo fare della sua esperienza di Cristo e del Vangelo un’esperienza di attenzione a 360 gradi della realtà”. Lo ha detto ieri mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, presiedendo nella cattedrale bruzia la solenne celebrazione eucaristica nel giorno in cui la città ha festeggiato il suo compatrono. Mons. Checchinato, evidenziando l’importanza dello stupore, ha richiamato tre categorie di soggetti: “I poeti, gli scienziati e i bambini. Tutte e tre le categorie si lasciano andare allo stupore”. “Francesco – ha detto mons. Checchinato – aveva intuito che non si può essere discepoli del maestro se non si è innamorati del cosmo, tutto incluso”. Per il presule bruzio, “gli occhi pieni di stupore ci fanno aprire alla novità della vita e ci fanno dire che c’è sempre una parola nuova, c’è sempre una nuova possibilità, anche nei momenti di difficoltà, e la parola nuova San Francesco la ha impressa nel petto come motto, è Charitas. Egli è maestro di amore”.