Parlamento Ue: “introdurre divieto per i deputati di svolgere lavori secondari retribuiti per Stati terzi”

Gli eurodeputati della commissione speciale sulle interferenze straniere (Inge2) del Parlamento europeo chiedono di “introdurre il divieto per i deputati di svolgere lavori secondari retribuiti per Stati terzi o entità dipendenti ad alto rischio”. In particolare, gli europarlamentari osservano che Paesi come “Qatar, Marocco, ma anche Cina, Russia, Emirati Arabi Uniti (EAU), Serbia e Turchia hanno investito molto in attività di lobbying a Bruxelles” e affermano che l’interferenza straniera “non deve rimanere senza conseguenze per il Paese interessato”. Qualsiasi proposta legislativa o non legislativa sulla cooperazione con queste autorità statali, compresi i finanziamenti dell’Ue, “dovrebbe essere sospesa, mantenendo i fondi per le organizzazioni della società civile, i media indipendenti e l’assistenza umanitaria”. Gli europarlamentari chiedono che “il rispetto del periodo di pausa di sei mesi” per gli ex parlamentari, a conclusione del mandato elettorale, “sia controllato da un organismo etico Ue”. Si dovrebbe introdurre “un sistema di monitoraggio e regole per revocare l’accesso agli ex eurodeputati che esercitano pressioni per conto di Paesi ad alto rischio dopo il periodo di pausa”. Infine, nel Registro per la trasparenza tutti gli eurodeputati dovrebbero “dichiarare gli incontri programmati con i rappresentanti di interessi, compresi quelli con i rappresentanti diplomatici di Paesi terzi”. Il voto finale sulla relazione avverrà durante la plenaria dell’Europarlamento a luglio.

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