Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina si sono verificati oltre mille attacchi al sistema sanitario ucraino, il numero più alto mai riscontrato in qualsiasi altra emergenza umanitaria. Lo riporta l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Si è trattato di 1.004 attacchi a operatori sanitari, strutture, forniture e mezzi di trasporto (tra cui ambulanze) che avrebbero causato la morte di almeno 101 persone e molti feriti. “Gli attacchi all’assistenza sanitaria sono una violazione del diritto umanitario internazionale – ha dichiarato il rappresentante dell’Oms in Ucraina, Jarno Habicht -. Privano le persone delle cure di cui hanno bisogno e hanno conseguenze ad ampio raggio e a lungo termine”. La scorsa settimana l’Oms ha chiesto a Mosca di smettere di colpire gli ospedali in Ucraina. A causa dei danni strutturali, in alcune regioni del Paese i servizi sanitari sono solo parzialmente operativi. Tuttavia, “il fatto che il sistema sanitario in Ucraina continui a funzionare in tali circostanze è una testimonianza dell’eroica dedizione degli operatori sanitari”, ha osservato ancora Habicht. “Nonostante le sfide poste prima dalla pandemia di Covid-19 e ora da oltre un anno di guerra, gli operatori sanitari ucraini rimangono incredibilmente forti, coraggiosi e pazienti, giorno dopo giorno, salvando vite e fornendo assistenza a chi ne ha bisogno. Siamo solidali con loro e con tutti coloro che lavorano per garantire che tutti in Ucraina abbiano accesso all’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno”. L’organizzazione ha osservato che, nonostante l’assistenza sanitaria di base sia rimasta ampiamente disponibile nelle aree colpite dalla guerra, i costi sono aumentati e quasi un terzo della popolazione ha difficoltà a pagare alcuni servizi sanitari.