“Manifestanti feriti e uccisi in tutto il mondo”: Amnesty international denuncia l’uso improprio dei gas lacrimogeni
L’atroce uso improprio dei gas lacrimogeni da parte delle forze di sicurezza durante le brutali repressioni delle proteste in Iran, Perù e Sri Lanka dello scorso anno è solo uno dei numerosi nuovi casi descritti nell’aggiornamento dell’indagine di Amnesty International, intitolata “Gas lacrimogeni: un’indagine”, diffusa oggi. Il portale interattivo ora include dettagli su 30 nuovi episodi, verificatisi in 13 Stati, in cui le forze di sicurezza e di polizia hanno causato danni utilizzando in modo inappropriato i gas lacrimogeni. Da quando è stato lanciato il portale, vincitore del premio Webby nel 2020, Amnesty ha verificato casi di uso improprio di gas lacrimogeni in oltre 115 Stati e territori, tra cui Francia, Guatemala, India, Israele/Territori palestinesi occupati, Libano, Mali, Myanmar, Nigeria, Serbia, Sudan, Tunisia, Uganda e Stati Uniti. “Le persone scese in strada per protestare e chiedere il rispetto dei loro diritti umani hanno incontrato solo violenza ingiustificata o forza eccessiva, nonché, in molti casi, l’uso illecito dei gas lacrimogeni”, ha detto Marija Ristic, responsabile del Digital Verification Corps di Amnesty international: “Le autorità di tutto il mondo devono rispettare il diritto di protesta pacifica e chiamare a rendere conto chi utilizza illegalmente i gas lacrimogeni contro coloro che esercitano i loro diritti fondamentali”.
Durante il 2022, le autorità in Iran hanno sistematicamente adottato una risposta militarizzata alle proteste locali e nazionali, utilizzando munizioni vere, proiettili di metallo, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Centinaia di manifestanti e semplici spettatori, tra cui decine di bambine e bambini, sono stati illegalmente uccisi dalle forze di sicurezza. Una bambina di sei anni è morta dopo essere stata colpita alla testa da un candelotto di gas lacrimogeno. Migliaia di persone hanno riportato gravi lesioni, tra cui la perdita della vista, e molte di loro non hanno cercato cure mediche per paura di essere arrestate. Anche durante le massicce proteste iniziate in Perú nel dicembre 2022, l’esercito e la polizia nazionale hanno illegalmente aperto il fuoco con armi letali e utilizzato altre armi meno letali contro la popolazione, in particolare contro i nativi e i contadini delle zone rurali. Fino al febbraio 2023, questo uso illegale della forza aveva provocato 49 morti. Nello Sri Lanka, a seguito dell’uso diffuso e improprio di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua sono stati feriti manifestanti e semplici spettatori, inclusi bambini e bambine e c’è stato almeno un morto, nel luglio 2022. In Ucraina, nell’aprile 2022, le forze russe hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti scesi in piazza nella città di Kherson per chiedere la fine dell’occupazione russa della loro città. Gli ultimi aggiornamenti del portale includono altri episodi del genere verificatisi in Colombia, Ecuador, Grecia, India, Indonesia, Iraq, Israele/territori occupati palestinesi e Turchia. Amnesty international e l’Omega Research Foundation chiedono da oltre 20 anni maggiori controlli sulla produzione, sul commercio e sull’uso di gas lacrimogeni e di altri equipaggiamenti e armi utilizzati dalle forze di sicurezza. A seguito di un’azione diplomatica promossa da più di 60 Stati dell’Alleanza per il commercio libero da tortura, con il sostegno di una coalizione internazionale di organizzazioni della società civile, l’Onu sta esplorando la possibilità di sviluppare controlli internazionali sul commercio di equipaggiamenti delle forze di sicurezza, inclusi i gas lacrimogeni, al fine di prevenirne l’uso per compiere torture o altri maltrattamenti. Il rapporto è stato pubblicato nell’ambito della campagna di Amnesty International “Proteggo la protesta”.