In una società in cui, come ha evidenziato il cardinale presidente Zuppi, “ci si esalta (e poi ci si deprime) nella drammatica vertigine della soggettività dell’io isolato”, emerge forte la necessità di passare dalla logica della contrapposizione a quella della composizione, anche sulle questioni che riguardano la famiglia, il gender e l’educazione all’affettività. In particolare, per i vescovi italiani non può mancare un’attenzione specifica al tema della “colonizzazione ideologica”, che chiede di essere affrontato con intelligenza e chiarezza, nella linea più volte indicata da Papa Francesco. Lo riferisce il comunicato finale della 77ª Assemblea generale della Cei conclusasi oggi in Vaticano.
“Se a livello pastorale – si legge – è fondamentale recuperare la dimensione della missionarietà e sviluppare un itinerario formativo per i laici che aiuti a valorizzare le tante risorse esistenti facendo diventare prassi la teoria del laicato elaborata dal Concilio Vaticano II, in ambito culturale appare decisivo superare afasia e irrilevanza”. “Per questo, occorre intraprendere azioni di salvaguardia della Casa comune sull’intero territorio, nel solco del magistero e in particolare dell’Enciclica Laudato sì’, ma anche educare a gesti di solidarietà concreta nei confronti delle famiglie, sempre più alle prese con la mancanza di lavoro e di casa”, prosegue il comunicato. “Solidarietà – proseguono i vescovi italiani – che deve essere manifestata pure verso i migranti provenienti da tutte le rotte, compresa quella balcanica, per i quali si chiedono accoglienza, protezione, promozione e integrazione insieme a tutele sia sul piano della cittadinanza sia del lavoro, volte ad assicurare, tra l’altro, l’accesso alle scuole ai bambini e ad evitare forme di caporalato”.
“Un’altra urgenza messa a fuoco dai vescovi – viene evidenziato – è stata quella relativa ai giovani che, pur manifestando una forte ricerca di spiritualità, fanno fatica a trovare nella Chiesa ascolto e risposte alle domande esistenziali, di senso e di ragioni per vivere. Dai presuli è arrivata la richiesta di un cambiamento che permetta di supportare (e non ostacolare) le diverse forme di volontariato, a fronte di una burocrazia asfissiante che rende difficile fare il bene organizzato nel Paese”. Forte preoccupazione è stata espressa per il fenomeno, ampiamente cresciuto con la pandemia, del gioco d’azzardo, causa di patologie e di drammi economici, e per quello della denatalità che deve essere affrontato con soluzioni sul versante del welfare ma anche dal punto di vista culturale. Nei loro interventi, i vescovi hanno ricordato la dolorosa questione dello spopolamento delle aree interne, in particolare di molte zone del Mezzogiorno. È stato avviato anche un confronto sul processo di unificazione delle diocesi “in persona Episcopi”, in modo particolare sulle modalità di prossimità e di presenza sul territorio, oltre che sulla necessità di una verifica dei frutti degli accorpamenti avvenuti nel passato.