Prende il via oggi, martedì 23 maggio, presso la Communauté Abel, nella citta di Grand Bassam in Costa d’Avorio – dove opera il Gruppo Abele, dall’inizio degli anni ’80, un punto di riferimento fondamentale per le popolazioni della zona grazie alle molteplici attività educative e socio culturali – la prima Assemblea della rete Place (“Pace e Liberazione in Africa per il cambiamento e la partecipazione”) promossa da Libera. Fino al 27 maggio Libera riunisce i rappresentanti delle oltre 40 realtà provenienti da 16 Paesi del Continente africano con l’intento di confrontarsi, costruire analisi condivise a partire dai singoli Paesi e quindi progettualità comuni capaci di emancipare in futuro le sorti del Continente. “Un’assemblea, quella di maggio – commenta Libera in una nota – che mette al centro i temi della pace e giustizia sociale a partire da alcune aree di intervento su: corruzione, traffici e crimine organizzato, discriminazione e razzismo, giustizia climatica e percorsi educativi e di prevenzione. Da alcuni anni Libera ha deciso di affacciarsi alle Afriche, in particolare l’area sub sahariana, un continente enorme che al suo interno presenta ampie differenze storiche, sociali ed economiche, nel quale sono in costante crescita i fenomeni criminali dai tratti mafiosi più o meno evidenti, oltre ad una corruzione endemica e stereotipi negativi dettati dal fenomeno migratorio e non solo”. Allo stesso tempo, prosegue Libera, “esistono associazioni e movimenti che dall’azione locale a quella internazionale si dedicano a costruire alternative possibili alla violenza criminale e che hanno le competenze e la capacità di raccontare l’altra faccia di quella grande terra di popoli che rappresenta il continente africano”. Durante i 5 giorni della missione in Africa, una delegazione di Libera con don Luigi Ciotti incontrerà la moglie dell’ivoriano Daouda Diane, mediatore culturale scomparso il 2 luglio scorso ad Acate in provincia di Ragusa in circostanze rimaste oscure. La presenza di Libera nel Continente africano con la costituzione di una rete con le principali associazione e movimenti che dall’azione locale a quella internazionale si dedicano a costruire alternative possibili alla violenza criminale è una sfida in un territorio, come evidenziato nell’ultima relazione semestrale della Dia “negli ultimi anni nell’Africa occidentale, in particolare la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana, è diventata per le cosche di ‘ndrangheta uno snodo logistico sempre più importante per i traffici di droga”.
Tra gli obiettivi della rete di Libera in Africa anche quello di smontare e decostruire lo stereotipo dei tanti migranti criminalizzati solo per aver sognato l’Europa e il supporto alle vittime di tratta e o del caporalato. Una missione e una sfida: “Contribuire allo sviluppo sostenibile e alla giustizia sociale di un continente africano autosufficiente in un contesto di pace, non violenza, uguaglianza e senza insicurezza, razzismo e corruzione”.