Pena di morte: Amnesty International, “nel 2022 in cinque Stati sono riprese le esecuzioni”

“Nel 2022 sono riprese le esecuzioni in cinque Stati: Afghanistan, Kuwait, Myanmar, Palestina e Singapore. Un aumento delle esecuzioni, rispetto al 2021, è stato registrato in Iran (da 314 a 576), Arabia Saudita (da 65 a 196) e Stati Uniti d’America (da 11 a 18)”. È quanto si legge nel rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo, diffuso oggi da Amnesty International.
“Il numero delle persone messe a morte per reati di droga è più che raddoppiato rispetto al 2021”, rileva l’organizzazione, evidenziando che “le esecuzioni per reati di droga violano il diritto internazionale dei diritti umani”, secondo il quale le esecuzioni dovrebbero limitarsi ai “reati più gravi”, come l’omicidio intenzionale. Esecuzioni per reati di droga sono state registrate in Cina (sebbene non se ne conosca il numero), Arabia Saudita (57), Iran (255) e Singapore (11) e hanno costituito il 37% del totale delle esecuzioni registrate da Amnesty International nel 2022. È probabile che esecuzioni del genere siano avvenute anche in Vietnam, dove però i dati sulla pena di morte rimangono un segreto di Stato.
“In un crudele mutamento di scenario, quasi il 40% delle esecuzioni registrate ha riguardato reati di droga. È importante sottolineare che queste esecuzioni colpiscono in modo sproporzionato persone svantaggiate”, ha commentato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“È giunto il momento che i governi e le Nazioni Unite aumentino le pressioni nei confronti di chi si rende responsabile di queste clamorose violazioni dei diritti umani e assicurino la messa in essere di garanzie internazionali”, ha sottolineato Callamard.
Mentre le esecuzioni sono aumentate, il numero delle condanne a morte inflitte nel 2022 è rimasto sostanzialmente invariato: 2016 rispetto alle 2052 dell’anno precedente.

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