“Stiamo bene nonostante la situazione sia davvero brutta e non solo per le bombe, ma soprattutto per il dolore per le vittime e i feriti che si sono avuti da una parte e dall’altra. Chiediamo uno stop alle armi, un cessate il fuoco per dare respiro alle popolazioni e se possibile un po’ di quiete. Chiediamo pace e giustizia per tutti”.
È l’appello del parroco latino di Gaza, padre Gabriel Romanelli, raccolto dal Sir dopo un’altra notte di bombardamenti israeliani in risposta al continuo lancio di razzi da parte della Jihad islamica. Nel frattempo si discute della possibilità di uno stop alle armi, mediato dall’Egitto. Muhammad al-Hindi, esponente del Comitato politico della Jihad Islamica, ha affermato che la Jihad Islamica accetterà un cessate il fuoco dalla Striscia di Gaza solo se Israele metterà fine agli omicidi mirati dei suoi dirigenti. Dal versante israeliano la risposta è arrivata dal ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, che ha detto che non si opporrà a un cessate il fuoco se la Jihad Islamica smetterà di lanciare razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele.
Trovare il coraggio della pace. “La nostra comunità sta bene – aggiunge il religioso di origini argentine -. Ma come ripeto spesso, i nostri fedeli vivono le stesse cose del resto degli abitanti della Striscia. A causa delle bombe le scuole sono chiuse e anche le varie Istituzioni della Striscia. Anche nella nostra parrocchia della sacra Famiglia e nelle nostre scuole abbiamo sospeso ogni atto accademico. Per oggi era fissato un incontro sulla vita familiare ma è stato rimandato perché le persone evitano di uscire. Sono andato a portare la Comunione ad una anziana della parrocchia e le strade erano tutte deserte. Tuttavia ci sono dei quartieri popolari dove la vita sembra non essersi fermata, nelle strade ci sono bambini che giocano”. “Purtroppo – afferma padre Romanelli – nessuno sa cosa accadrà in futuro, le minacce si susseguono da una parte e dall’altra. Speriamo in un cessate il fuoco. Il nostro cordoglio va a tutte le vittime, ai loro familiari”. Davanti a tanta distruzione, conclude il parroco, “deve cambiare il nostro modo di pensare e di agire perché un incendio non si doma gettando benzina sulle fiamme. Serve trovare il coraggio della pace, non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza perdono, diceva san Giovanni Paolo II. Le notizie che arrivano sono scoraggianti, sembra prevalere la logica della violenza per la violenza. Che il Signore cambi il cuore di tutti. Un giorno, ne sono certo, questo avverrà”.