L’Ecuador continua a essere nella morsa della criminalità e dell’insicurezza. Domenica a Guayaquil, la città più popolosa del Paese, dieci persone sono state uccise, nel corso di uno scontro tra gruppi criminali, e lasciate sull’asfalto, mentre altre tre persone sono rimaste ferite, tra cui una bambina di cinque anni, ricoverata in ospedale. Nonostante lo stato d’emergenza decretato dal Governo, dall’inizio dell’anno solo a Guayaquil sono stati commessi 770 omicidi. Sempre nel fine settimana, nella città di Atacames, nella provincia settentrionale di Esmeraldas, sono state uccise cinque persone, tra cui una ragazza di 13 anni. A Quevedo, sempre sulla costa ecuadoriana, altri cinque giovani tra i 20 e i 28 anni sono stati trovati decapitati e smembrati in sacchi di juta.
Di fronte a una situazione così drammatica e inedita in queste dimensioni per il Paese giunge l’accorato appello della Conferenza episcopale dell’Ecuador, che ha deciso di dedicare il mese di maggio a una speciale preghiera per la sicurezza nel Paese, iniziative che culmineranno nella veglia di Pentecoste del 27 maggio, che “avrà come tema centrale quello di chiedere il dono della pace” per l’Ecuador. La veglia sarà dedicata a implorare Dio affinché “la violenza e la divisione non vincano mai le nostre società e i nostri cuori”.
Scrivono i vescovi, nel comunicato diffuso domenica 30 aprile: “La situazione di violenza e insicurezza che stiamo vivendo in Ecuador esige da ciascuno di noi atti concreti, che contribuiscano alla pace e alla riconciliazione”.
Inoltre, “in questo stesso clima di preghiera, chiediamo che sabato 13 maggio, festa di Nostra Signora di Fatima, possiamo suonare le campane di tutte le nostre chiese e cappelle alle ore 12 e pregare l’Angelus, ovunque ci troviamo”.