Diocesi: mons. Spina (Ancona-Osimo), “San Ciriaco ci invita a guardare la croce di Cristo da cui attingere forza e speranza per un autentico umanesimo”

“San Ciriaco ci invita a guardare e ad abbracciare la croce di Cristo, segno di salvezza da cui sgorga la vera pace. Sulla croce, con la morte disarmata e perdonante, Cristo non solo proclama che la via della violenza non è la sua via, ma con l’immolazione volontaria di se stesso, realizza e manifesta un amore immenso e inesauribile. Non c’è un amore più grande di questo”. Lo scrive l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina, in un messaggio per la festa di San Ciriaco, patrono dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo e della città di Ancona, che si celebra il 4 maggio.
“La croce è fatta di due assi: una verticale e una orizzontale, non possono essere disgiunte e separate, camminano insieme perché procedono da una fonte comune: l’amore. L’amore è, dunque, un unico fuoco con due fiamme inseparabili, l’una che si protende verso Dio, l’altra verso il prossimo, vivente immagine di Dio”, osserva il presule, ricordando che “il cristiano non può isolarsi in un egoistico godimento dei suoi beni spirituali ed economici, disinteressandosi delle drammatiche condizioni di chi, vicino o lontano, dentro o fuori della Chiesa, è oppresso e soffre per la miseria, la malattia, l’ingiustizia, la disoccupazione o la sottoccupazione, la mancanza d’istruzione umana e religiosa”.
“Diremo a ogni cristiano che è dovere impegnarsi, secondo le proprie possibilità, nella costruzione della città temporale, portandovi il suo valido contributo, anzi ispirandovi un’animazione cristiana, perché solo se cristianamente ispirate le realtà terrestri offriranno, con la migliore garanzia di successo, quelle condizioni di giustizia, di libertà e di fraternità che sommamente giovano alla crescita integrale della persona umana”, chiarisce mons. Spina, per il quale “la testimonianza che oggi ci viene richiesta è la compassione verso tutti, specialmente verso coloro che sono segnati dalla povertà, dalla malattia e dal dolore”.
Poi l’auspicio: “Sia questa città di Ancona, città di storia, di cultura, di beati, città viva, porta di Oriente, via della pace, attenta alle nuove povertà, alcune, purtroppo, di carattere strutturale. Tante famiglie non hanno il minimo necessario in termini di beni e di servizi per vivere dignitosamente: cibo, casa, utenze domestiche, lavoro, sanità. La politica nasce dalla città, dalla polis, dalla passione concreta per il vivere insieme garantendo diritti e rispettando doveri. Ci sia l’impegno di tutti a promuovere una ecologia ambientale: custodiamo il nostro mare. Questa città ha una particolarità: vede sorgere il sole dal mare e tramontare sul mare. Promuoviamo ogni giorno una ecologia umana con l’apertura agli altri, facendo accoglienza, prendendoci cura gli uni degli altri. Le benemerenze che vengono conferite a tanti cittadini, che si sono spesi per una città solidale, sono il segno di una grande ricchezza umana e di futura speranza”.
“San Ciriaco ancora una volta ci invita a guardare la croce di Cristo salvatore, da cui attingere forza e speranza per un autentico umanesimo”, conclude.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa