Fotografia: fino al 28 maggio nel colonnato di piazza San Pietro la mostra “Women’s Cry”

(Foto Women’s Cry)

“Questa mostra, negli abbracci aperti del colonnato di Piazza San Pietro, è un segno di come la Chiesa oggi voglia abbracciare tutte le donne del mondo, credenti e non, e dare loro visibilità, per trasformare, migliorare la loro vita, quella delle loro famiglie, quella dei loro popoli”. Lo ha detto Maria Lia Zervino, presidente generale dell’Unione mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche (Umofc-Wucwo), intervenendo alla presentazione della mostra “Women’s Cry”, che verrà ospitata fino al 28 maggio nel colonnato di sinistra di piazza San Pietro. L’Osservatorio mondiale delle donne dell’Unione mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche (Uwcwo) cerca di dare visibilità alle donne che, per molti, sono invisibili. ”Forse si potrebbe dire che Gesù ha avuto una certa predilezione per le donne, non solo per sua amma, ma anche per la samaritana, la peccatrice, la vedova di Naim, Maria Maddalena”, ha fatto notare la relatrice: “Allora, com’è possibile che tante donne nel mondo di oggi sperimentino che la Chiesa non le ama, non sta dalla loro parte come ha fatto Gesù?”. L’Osservatorio mondiale delle donne dell’Unione mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche (Uwcwo), ha spiegato la presidente, “cerca di dare visibilità alle donne che, per molti, sono invisibili. E questa mostra lo fa attraverso la bellezza, che non bussa alla porta per entrare in noi, ma il suo messaggio irrompe direttamente quando è un’opera d’arte, come in questo caso”.

“Camminando insieme al Dicastero per la Comunicazione, abbiamo capito che queste 26 istantanee di donne, provenienti da diverse periferie del pianeta, con le loro azioni e la loro resilienza, mostrano, come in uno specchio, frasi di Fratelli tutti, di Papa Francesco”, ha rivelato Zerbino, auspicando che la mostra che si inaugura oggi “possa generare in ognuno di noi una sinergia trasformatrice, che abbia come orizzonte la fraternità umana”. Il percorso espositivo della mostra è composto da 26 scatti, realizzati da un team di 8 fotografi internazionali, che hanno raccolto la sfida di dare voce attraverso un fotogramma al grido di dolore, spesso nascosto, delle donne nel mondo. Neșe Ari, Sebastiano Rossitto, Asaf Ud Daula, Luca Catalano Gonzaga, Vassilis Ikoutas, Ferran Paredes Rubio, Giuseppe Caridi, Caterina Borgato, Silvia Tenenti, con le loro foto ci portano in un viaggio intenso che incrocia gli sguardi di donne, ragazze, bambine, anziane. Si va dal cuore dell’Amazzonia alla favela nel nord-est del Brasile, dalle isole greche attraverso i confini ucraini, dagli altopiani dell’Anatolia per entrare poi in India e nelle campagne del Bangladesh, nel sud-est asiatico. Un viaggio a tutto tondo che, nella diversità dei luoghi e delle situazioni ritratte, è accomunato da storie ricche di umanità, dolore, ma anche di forza e resilienza. Le immagini della mostra sono accompagnate da alcune frasi dell’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco.

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