Ancora naufragi nel Mediterraneo nel tentativo disperato di raggiungere la salvezza in Europa. Le persone arrivate oggi a Lampedusa riferiscono di due tragedie verificatesi nella notte nel tratto di mare tra la Tunisia e l’Italia. “Ancora morti lungo quella che si conferma una rotta altamente letale, tra quanti fuggono da violenze, guerre, persecuzione, povertà estrema sperando di raggiungere una possibilità di pace e futuro in Europa, attraverso l’unica modalità che è loro concessa in assenza di vie sicure e legali, cioè affidarsi ai trafficanti e a quella terribile roulette che è l’attraversamento del Mediterraneo in condizioni assolutamente insicure e pericolose”. Lo dichiara Save the Children, i cui team di protezione stanno intervenendo per garantire un adeguato supporto ai sopravvissuti, ascolto e risposta ai loro bisogni primari.
Nel frattempo, le migliorate condizioni meteo marine hanno consentito altre partenze e nuovi sbarchi, che hanno portato di nuovo a oltre 1.200 il numero di persone all’interno dell’hotpost di Lampedusa, di cui almeno 280 sono minori non accompagnati, ma Save the Children ricorda che l’hotspot di Lampedusa, così come quelli di Pozzallo e Taranto o ancora la tensostruttura di Roccella Ionica e il porto di Augusta “non possono essere considerate soluzioni di accoglienza adeguate, soprattutto per le persone più vulnerabili”.
“Ancora una volta ci troviamo sgomenti di fronte a nuove tragedie in mare, che ci ricordano come sia indispensabile un’assunzione di responsabilità dell’Italia e dei Paesi membri dell’Ue per l’attivazione immediata di un sistema strutturato di ricerca e soccorso per salvare le vite nel Mediterraneo. Allo stesso tempo, occorre assicurare a chi giunge sulle coste del nostro Paese, a partire dai bambini e dalle persone più vulnerabili, una prima assistenza dignitosa e trasferimenti tempestivi, oggi non garantiti a Lampedusa e nelle altre aree di sbarco. Per superare le criticità della prima accoglienza è indispensabile inoltre affrontare il tema dell’accoglienza e della integrazione nel nostro Paese superando una logica emergenziale, con un piano strutturato sul quale investire al livello centrale, regionale e territoriale”, afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Save the Children – attiva a Lampedusa con i suoi operatori– torna a fare appello al Governo, “affinché siano immediatamente garantiti spazi adeguati e distinti per l’accoglienza degli adulti, dei minori e delle donne, anche facendo ricorso a strutture di prima accoglienza per i nuclei mamma-bambino e per i minori soli”. Allo stesso tempo, chiede che “siano ripristinate rapidamente all’interno dell’hotspot condizioni dignitose di accoglienza, a partire dalla regolare distribuzione dei generi di prima necessità e la fruibilità dei servizi igienici. Occorre inoltre velocizzare i trasferimenti, soprattutto delle persone più vulnerabili”. Sottolinea, infine, “il bisogno di potenziare il supporto sanitario alle persone all’interno della struttura di Contrada Imbriacola, oltre al presidio pediatrico che è stato attivato in questi giorni”. Evidenzia infine “anche l’importanza per i bambini e ragazzi di essere accolti in un ambiente adeguato e sereno, che consenta loro di elaborare quanto vissuto, e prevedendo per loro la possibilità di fruire di opportunità di socializzazione e di gioco anche all’esterno del centro”.