Sudan: Amnesty International, appello alla Comunità internazionale. E il governo protegga la popolazione

“Il conflitto nel Darfur ha causato sofferenze umane su vasta scala. La continua assenza di giustizia e responsabilità garantisce solo il prolungarsi di tale sofferenza”, dichiara Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale. “Negli ultimi giorni, i civili sono stati ancora una volta vittime di uccisioni dovute all’utilizzo di armi pesanti in aree densamente popolate. È scioccante che a 20 anni dall’inizio del conflitto nel Darfur le autorità sudanesi non riescano ancora a proteggere i civili o a indagare e perseguire i presunti responsabili dei crimini. I civili in Sudan sono coinvolti in cicli infiniti di attacchi armati indiscriminati, così come in altri gravi crimini”, aggiunge Chagutah. “Il governo del Sudan deve assolutamente cooperare con le indagini in corso della Corte penale internazionale sul Darfur, anche consegnando all’Aia l’ex presidente Omar Al-Bashir e altri imputati sospettati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.
Amnesty International continua a chiedere alla comunità internazionale – in particolare alle Nazioni Unite e al Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana – di “intensificare gli sforzi per garantire che i responsabili dei crimini commessi in Darfur siano portati di fronte alla giustizia”. Amnesty International chiede inoltre al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di garantire che l’embargo sulle armi in Darfur “rimanga in vigore fino a quando il governo sudanese non porrà fine alle violenze in corso, si impegnerà a proteggere i civili e garantirà l’assunzione di responsabilità per le violazioni dei diritti umani”.

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