Migranti: Ismu, negli ultimi 10 anni sbarchi sulle coste italiane con andamenti altalenanti e picchi in corrispondenza di gravi crisi umanitarie

Negli ultimi dieci anni gli sbarchi di migranti sulle coste italiane hanno registrato andamenti altalenanti con picchi in corrispondenza di gravi crisi umanitarie dovute a conflitti, guerre, carestie, peggiorate condizioni economiche dei Paesi di origine dei migranti in fuga. Lo rileva oggi la Fondazione Ismu Ets fornendo un’elaborazione dei dati del ministero dell’Interno. In particolare viene evidenziato come nel 2012 gli arrivi furono relativamente pochi, con circa 13mila persone che raggiunsero l’Italia con viaggi non autorizzati via mare. Tra il 2013 e il 2014, poi, con l’aggravarsi della guerra in Siria e l’acuirsi di conflitti, guerre, carestie, instabilità politica ed economica in numerosi Paesi africani, l’Europa e l’Italia in particolare hanno dovuto affrontare l’emergenza umanitaria dovuta alla fuga di numerosi migranti in cerca di protezione. Dal 2014 al 2017 la “crisi dei rifugiati” ha visto arrivare sulle coste italiane oltre 625mila persone: oltre 170mila nel 2014 e nel corso del 2016, la cifra più alta registrata nel nostro Paese, oltre 181mila arrivi via mare in 12 mesi. Dopo gli accordi presi dall’Italia con la Libia a metà 2017, nel biennio successivo si è registrato un calo degli sbarchi, “solo” 11mila arrivi nel 2019.
Gli sbarchi tornano a risalire nel 2020 (34.154) e più fortemente nel 2021 (67.040) e nel corso dello scorso anno il numero delle persone giunte via mare in Italia è tornato a 6 cifre, superando le 105mila unità. Anche i primi tre mesi e mezzo del 2023 confermano tale tendenza, con numeri rilevanti: al 17 aprile scorso oltre 34mila persone hanno raggiunto le nostre coste via mare, quasi il 300% in più rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.

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