Funerali Julia Ituma: mons. Delpini (arcivescovo), “non sappiamo che cosa ha vissuto Julia, sappiamo che Gesù vuole che tutti siano salvati”

(Foto ANSA/SIR)

“Desidero esprimere la mia vicinanza e la mia condivisione in questo momento di strazio e di smarrimento che i familiari, gli amiche gli amici, e tutta la comunità vivono per l’enigma incomprensibile della morte di Julia”. Sono queste le prime parole del messaggio con cui l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha espresso il cordoglio suo personale e dell’arcidiocesi di Milano per la morte della giovane speranza del volley italiano, Julia Ituma, morta giovedì scorso a Istanbul dove si trovava per una partita di Champions League. Nella parrocchia gremita di San Filippo Neri, nel cuore del popoloso quartiere milanese della Bovisasca, alle 11 in punto si è avviato il rito funebre, poco dopo che il feretro, coperto di rose bianche e accompagnato dagli applausi, era stato posto ai piedi dell’altare. “Si affollano domande, inquietudini, sensi di colpa che si accompagnano a ricordi lieti, memorie di imprese entusiasmanti”, prosegue il messaggio letto all’avvio della celebrazione dal parroco, don Ivan Bellini. “Viviamo insieme il dramma di renderci conto che la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità e la morte misteriosa, incomprensibile e imprevedibile, ha stroncato il desiderio di diventare adulti per una vita desiderabile. Non sappiamo che cosa ha vissuto Julia. Sappiamo che cosa vuole Gesù: che tutti siano salvati, che tutti siano amati dall’amore invincibile di Dio”. “Gesù è morto crocifisso per rivelare che non c’è abisso di male che non sia visitato dal desiderio di Dio di rendere felici. Con questa certezza – conclude il messaggio – preghiamo per Julia e celebriamo la Pasqua: ne venga la consolazione per la famiglia e coloro che sono trafitti da un dolore troppo grande e troppo ingiusto e per tutti ci sia un invito a tenere fisso lo sguardo su Gesù, che è la parola persuasiva che invita vivere bene, a vivere per portare a compimento la propria vocazione e a non disperare mai”.

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