“Il primo e fondamentale impegno è custodire il dono della fraternità nel presbiterio. Essa non è solo un ideale da perseguire, ma è il presupposto, il punto di partenza e non la vaga meta del nostro agire pastorale. Non possiamo pensarci ministri del Vangelo isolati dalla comunione presbiterale. Non saranno i limiti degli altri preti a farci rallentare il passo, perché conosciamo bene innanzitutto i nostri. La fraternità deve assumere volti e stili concreti. Si deve incarnare in scelte quotidiane, fatte di gesti e attenzioni, nell’apertura e nell’accoglienza dell’altro. Occorre vincere ogni resistenza, lavorando su sé stessi e accettando la correzione, sempre dolorosa ma necessaria per la cresciuta di ciascuno”. Lo ha detto, ieri sera, l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Francesco Alfano, nell’omelia della messa crismale, presieduta in cattedrale a Sorrento.
Il presule ha ricordato la missione della Chiesa nel giorno in cui riscopre la sua vocazione sacerdotale e ha invitato l’assemblea tutta ad accogliere con amorevolezza, in questo tempo pasquale, i doni della grazia e della pace, per diventarne costruttori coraggiosi e tenaci affinché l’intera famiglia umana ne goda.
A proposito del cammino sinodale che la diocesi sta sperimentando negli incontri zonali oramai da due anni, l’arcivescovo ha osservato: “Impariamo ad ascoltarci tutti, dando tempo all’altro così come lo esigiamo per noi, accogliendo la novità che ognuno sempre porta con sé e che ci arricchisce più di quanto possiamo immaginare. Non più preti soli o comunità isolate. Mai più preti autoreferenziali o leader che per emergere oscurano o ignorano gli altri. Sì al cammino fatto insieme, dove l’originalità dei singoli è riconosciuta, apprezzata e armonizzata nell’unione fraterna. Sì a un cammino sinodale che continui nel tempo e diventi stile ordinario di tutte le nostre comunità”.
Mons. Alfano ha rivolto, infine, un appello a prendersi cura delle nuove generazioni: “Volgiamo lo sguardo ai giovani. Guardiamoli insieme con trepidazione e preoccupazione. Ma anche con fiducia e speranza. Ci stupiscono, pur tra mille contraddizioni, per la loro capacità di individuare i punti deboli della società in cui si stanno inserendo e i germogli di novità per il futuro del mondo. Ci sorprendono. E ci chiedono di ascoltarli, facendoci loro compagni di viaggio. Con Papa Francesco, che ha aperto il cuore a quanti con sorpresa – anche nella nostra diocesi – hanno accolto l’invito a partecipare alla Gmg di Lisbona, diciamo loro: ‘Non costruite un muro davanti alla vita. I muri ti chiudono. L’orizzonte ti fa crescere! Guardate sempre l’orizzonte, con gli occhi, ma soprattutto con il cuore! Aprite il cuore! Ad altre culture, ad altri ragazzi e ragazze che vengono anche loro a questa Giornata’. Noi vi scorgiamo il germe di un mondo nuovo, affidato dal Risorto a tutti i discepoli del Vangelo!”.