E’ durato circa 25 minuti il colloquio privato tra il Papa e la presidente del Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina, Borjana Krišto, la quale, successivamente, si è incontrata con il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da mons. Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – informa la Sala Stampa della Santa Sede – è stato espresso apprezzamento per le positive relazioni bilaterali e per il contributo della Chiesa locale alla società”. In questo contesto, si legge inoltre nel comunicato, “si è parlato, in modo particolare, della situazione della Comunità cattolica e di alcune questioni aperte nei rapporti Chiesa-Stato”. “Soffermandosi poi sulla realtà interna del Paese, è stata ribadita la necessità di promuovere l’uguaglianza giuridico-sociale di tutti i cittadini appartenenti a ciascun popolo costitutivo, nonché l’importanza di un dialogo inclusivo tra tutti gli attori politici per il bene comune della Bosnia ed Erzegovina”, informa ancora la sala stampa vaticana: “Infine, è stato toccato il tema dell’allargamento dell’Unione Europea, rilevando, con soddisfazione, la concessione dello status di Paese candidato alla Bosnia ed Erzegovina”. Il Papa ha donato alla premier un ramoscello d’olivo in bronzo, i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev. Il primo ministro ha donato al Santo Padre una scultura in legno di Stjepan Skoko.