“La nostra presenza è una prova di fratellanza e vuole essere un antidoto contro la guerra di aggressione e la sua violenza”. Così Ivana Borsotto, presidente della Focsiv, spiega al Sir le motivazioni che hanno spinto circa 180 movimenti e associazioni della rete StopTheWarNow a percorrere per la quinta volta migliaia di chilometri per raggiungere Odessa e Mykolaiv. “Noi, #stopthewarnow – Carovana di associazioni, di ong, di donne e uomini di pace – sosteniamo il popolo ucraino che difende la sua libertà e i suoi diritti”, dice Borsotto, perché “sentiamo il dovere di fare la nostra parte, per quanto possiamo, in prima persona e concretamente, con aiuti umanitari, beni di prima necessità, medicinali, dissalatori per l’acqua potabile, generatori elettrici”. “Come costruttori di pace sosteniamo la necessità di apertura di un negoziato che metta fine all’uso delle armi”, aggiunge la presidente della Focsiv. Per questo i volontari della rete StopTheWarNow chiedono “all’Italia, al suo governo e al suo parlamento di rafforzare, con l’Europa, il suo impegno per creare le condizioni del negoziato. Chiediamo – aggiunge Borsotto – alla politica estera italiana, pur consapevoli che la diplomazia tratta temi sensibili, la massima trasparenza rispetto alla sua strategia, ai suoi obiettivi e al ruolo che si vuole svolgere nel mondo. In Ucraina come nel Mediterraneo e nella rotta balcanica o in Africa. In questa prospettiva, chiediamo alle nostre Istituzioni di rispettare l’impegno assunto, più di cinquanta anni fa in sede Onu, di destinare lo 0,70% della nostra ricchezza alla cooperazione internazionale affinché possa davvero svolgere il suo ruolo di ‘parte integrante e qualificante della politica estera’ come previsto dalla Legge”. Andando in Ucraina, associazioni e organizzazioni ricordano anche “tutti i conflitti che continuano a insanguinare il mondo, dall’Etiopia allo Yemen, dalla Siria al Libano, dal Congo alla Birmania, dalla Palestina , dal Sud Sudan al Burkina. Che meritano la stessa sensibilità ed attenzione”. “Chiediamo a noi stessi, costruttori di pace – conclude la presidente Focsiv – di rafforzare il nostro movimento, rendendo più sistematica e continuativa la nostra collaborazione per una maggior efficacia del nostro lavoro, per contrastare le radici profonde della guerra, della disuguaglianza e della povertà”.