“L’analisi globale dell’Unicef mostra che virtualmente ogni bambino è già esposto a rischi climatici. 1 miliardo di bambini – circa la metà della popolazione mondiale totale di bambini – è esposto a rischio estremamente alto a causa di una combinazione letale di elevata esposizione a pericoli climatici e servizi essenziali insufficienti per aiutarli ad affrontarli”. Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell, commentando il Rapporto di sintesi del Sesto Rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc). “Come chiarisce il rapporto”, ha spiegato Russell, “il nostro mondo è già devastato dalle conseguenze del cambiamento climatico. Solo lo scorso anno, abbiamo visto una serie di disastri letali legati al clima, comprese le catastrofiche inondazioni in Pakistan, la storica siccità nel Sahel e nel Corno d’Africa e le ondate di calore torrido in alcune aree dell’Europa e del Medio Oriente. Questi eventi stanno acuendo la gravità delle crisi umanitarie esistenti, scatenando al contempo nuove ondate di sfollamenti di massa, malnutrizione e malattie. Inoltre, stanno portando alla competizione per risorse scarse, come l’acqua, aumentando il rischio di conflitti tra le comunità. Con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici nei prossimi decenni, prevediamo che l’impatto sulle vite, sui mezzi di sussistenza, sui sistemi alimentari e idrici sarà devastante – e che a soffrirne saranno soprattutto i bambini”. “Il cambiamento climatico – ha aggiunto – è anche indissolubilmente legato all’insicurezza idrica e alimentare – a cui i bambini sono particolarmente vulnerabili. Nel mondo, 450 milioni di bambini vivono in aree ad alta o estremamente alta vulnerabilità idrica, mentre 27 milioni di bambini sotto i 5 anni affrontano una grave insicurezza alimentare legata alla siccità. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini e li sta privando della salute e delle loro case, li sta derubando delle proprie culture e degli stili di vita, in una parola del loro futuro”. “Eppure, nonostante i dati evidenti, gli appelli dei giovani e il diritto umano recentemente sancito a un ambiente pulito, sano e sostenibile, l’azione globale per il clima è di gran lunga insufficiente”, ha denunciato Russell, secondo cui “i leader mondiali continuano a fare promesse inadeguate e a compiere progressi troppo lenti – sulla riduzione delle emissioni, sui finanziamenti per il clima, sull’adattamento e sul rafforzamento della resilienza delle comunità”.