(Palermo) “È cresciuta la consapevolezza che bisogna reagire attraverso la conversione e l’ascolto misericordioso dei nostri fratelli”. Lo ha detto p. Andrew Small, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori, intervenuto su “L’impegno della Chiesa universale nella promozione della tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, durante il convegno organizzato oggi a Palermo da alcune diocesi siciliane. “Occorre promuovere una cultura che metta al centro la piena tutela dei minori – ha aggiunto -. La Chiesa deve diventare un leader globale del cambiamento. Pertanto, è giunto il momento di lavorare insieme adottando tutte le misure in vigore internazionali ed ecclesiali”.
L’obiettivo primario oggi è quello di proteggere i minori. “Il coraggio di ascoltare le vittime è già un grande segno di speranza. In questo c’è la forte volontà della Chiesa di diventare pro-attiva e la creazione della commissione ne è un esempio concreto. Gli strumenti più efficaci per operare sono le linee guida. Ogni Chiesa ha dovuto lavorare per favorire strutture di ascolto delle vittime. In passato spesso le vittime non sono state ascoltate creando una seconda vittimizzazione, ancora peggiore della prima. Ciò che loro condividono con coraggio non verrà nascosto. La formazione in tal senso di persone competenti costituisce un ruolo chiave”.
Un’altra via indicata da p. Small è l’avvio di processi di sensibilizzazione capillari. “Oggi l’abuso non deve essere considerato un tabù. Ci deve essere, pertanto, la necessità di parlarne per lavorare insieme. Le linee guida prevedono un piano pastorale di accompagnamento delle vittime. Stando a fianco del Santo Padre dobbiamo offrire le nostre competenze e responsabilità. La commissione vuole lavorare nei territori più bisognosi. Ci si deve impegnare tutti insieme per creare una rete globale che faccia crescere i centri di accoglienza”. Infine, il religioso ha ricordato che “la Commissione stila un rapporto annuale sulle politiche per dimostrare i progressi delle singole Chiese locali e per quantificare lo sforzo reale portato avanti nella tutela dei minori”. “L’invito è allora quello di lavorare concretamente in maniera sinergica anche con le istituzioni dello Stato. Dobbiamo evitare su questo tema ogni forma di improvvisazione”.