“Rapporto sulla città”: Milano, lo sguardo e il sogno dell’arcivescovo Delpini. “Pellegrino per le vie della metropoli”

(Foto Ambrosianeum)

“La città che vedo, la città che sogno”: è il titolo del contributo portato dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, al “Rapporto sulla città 2022 – La Milano che siamo, la Milano che sogniamo”, presentato oggi alla Fondazione Ambrosianeum. Frutto di discipline scientifiche e di testimonianze, il Rapporto è il trentesimo della serie e racconta la metropoli lombarda con sguardo attento al vissuto delle persone, alle relazioni sociali e interpersonali, ai mutamenti economici e culturali, alle prospettive comunitarie.

(foto @ITL/mariga)

Delpini fra l’altro afferma: “Vado pellegrino o forse mendicante per le vie di Milano e raccolgo frammenti in ogni dove, nelle università e alla mensa dei senza fissa dimora, nel popolo sterminato dei volontari che giorno e notte offrono tempo a servire e nella massa confusa degli amici della notte che sprecano un tempo infinito, nei consigli pastorali delle parrocchie e nell’incontro con i municipi e gli assessori, nelle case popolari e nei cantieri dalle parti di Cascina Merlata, nelle piazze dove si accumula il malumore e nelle Rsa dove si avvolge di tenerezza la fragilità, nelle comunità dei consacrati santi in opere e preghiere e nelle desolazioni della volgarità”. Aggiunge di “andare pellegrino” nelle “comunità in cui si parla spagnolo e negli incontri con le forze dell’ordine che segnalano le infiltrazioni della malavita, nelle scuole paritarie e nelle comunità di accoglienza per minori non accompagnati, nelle confidenze dei preti e nel vociare sgangherato della notte”.
“Raccolgo frammenti di luce e scintille di rabbia in ogni dove. Quando mi dicono: ‘Come va Milano?’, non so rispondere. Se mi domandano: ‘Che cosa sogna per Milano?’, mi azzardo a suggerire: ‘Una tessitura di rapporti per un buon vicinato, una prossimità paziente a ogni solitudine e desolazione, una promessa lieta che sia invito alla speranza, una organizzazione amica della gente, una gente che si organizzi per una città in cui sia desiderabile abitare’. Mi azzardo a suggerire un compito e una responsabilità. O almeno la pazienza di raccogliere frammenti di luce”.

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