Alla 52ª sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, tenutasi a Ginevra il 28 marzo, nell’ambito dell’adozione da parte del Brasile delle raccomandazioni del Rapporto di revisione periodica universale, ha partecipato anche dom Vicente Ferreira, vescovo eletto di Livramento de Nossa Senhora e segretario della Commissione speciale per l’Ecologia integrale e le miniere della Conferenza episcopale nazionale del Brasile (Cnbb).
Dom Ferreira ha esordito esprimendo soddisfazione per “il sostegno del Brasile a tutte le raccomandazioni relative al diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile, al diritto all’acqua e a quelle relative alle attività minerarie”, ritenendo il sostegno a queste raccomandazioni “di primaria importanza considerando le misure, le leggi e le politiche regressive adottate negli ultimi anni”.
Secondo il vescovo, finora “la mancanza di trasparenza e di partecipazione pubblica nei processi di autorizzazione delle industrie estrattive hanno facilitato le attività minerarie ed estrattive illegali”, le quali hanno causato “diffuse violazioni dei diritti umani e conseguenze permanenti per l’ambiente, le popolazioni indigene e le comunità afro”.
Nel suo breve intervento, il vescovo Vicente Ferreira ha raccontato alcuni esempi che “dal 2015 includono guasti alle infrastrutture, come lo straripamento e la rottura di una diga per l’estrazione dell’oro a Godofredo Viana, nel Maranhão, una perdita che ha causato alti livelli di alluminio nella zona di Barcarena, o la rottura di dighe a Mariana e Brumadinho”. Oltre a ciò, ha citato “la contaminazione da mercurio che ha colpito le terre delle popolazioni indigene Munduruku e Yanomami o la contaminazione da cianuro del fiume a Pedra Branca do Amapari, nell’Amapá”. Alla luce di ciò, il vescovo ha denunciato che “molte comunità colpite da disastri minerari sono ancora in attesa di un pieno risarcimento. Alcune non sono ancora state riconosciute come vittime e rimangono escluse dai programmi di aiuto e di risarcimento di emergenza. Nella maggior parte di questi casi, i danni sono irreparabili. Il Brasile deve quindi fornire garanzie di non ripetizione e mettere in atto misure per evitare che tali disastri si ripetano”.