Un’analisi in positivo e in negativo del Ddl anziani 506/2023. A proporla è stato ieri a Torino p. Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa, intervenuto al convegno “La tutela degli anziani non autosufficienti e delle cronicità”, promosso dalle Federazioni regionali Uneba di Piemonte, Lombardia e Veneto presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino.
È positivo, ha sottolineato il sacerdote, “aver dato attenzione al tema della non autosufficienza degli anziani e avere riconosciuto il loro diritto alla cura”. Positivo anche “aver richiamato l’attenzione sull’importanza e la centralità
dell’assistenza a domicilio, dove vive la maggioranza degli “. P. Arice apprezza inoltre “l’impianto filosofico sottostante: centralità della persona e dunque un approccio personalizzato”, la “volontà di superare la frammentazione delle risposte e di promuovere la qualità della vita, con un approccio olistico”. Tuttavia non mancano nel provvedimento alcuni aspetti critici Anzitutto “un certo retroterra ideologico circa la residenzialità in strutture, considerata poco e obtorto collo!”. Occorre, secondo il sacerdote, “definire accuratamente il ruolo degli Enti del Terzo Settore del quale il welfare non può fare a meno”. Preoccupa inoltre “l’ impatto economico sulle strutture di cura, perché tutto deve essere riorganizzato con ‘risorse a legislazione vigente'”. E ancora: “Fare ricorso al Fondo Lea, Fondo non autosufficienza, Fondo politiche
sociali, Fondo Cargiver non produrrà un effetto coperta di Linus?”. “Una legge necessaria senza risorse rischia di essere ‘una cornice senza quadro'”, chiosa p. Arice.
Infine un triplice augurio all’Uneba: “Conservi la sua vocazione di attenzione alle parti più fragili e vulnerabili della nostra popolazione, e degli anziani in specie”; “non rinunci, per nessun motivo, alla sua identità di essere a servizio del no profit”; “il suo interesse sia per l’ambito socio assistenziale e sociosanitario, sia nel rispetto della sua specificità e della sua storia, sia per la sua valenza profetica”.