“È ormai sotto gli occhi di tutti il triste fenomeno del gioco d’azzardo, in continuo mutamento e diffusione, di crescente complessità e di non facile controllo, con impatti drammatici sull’individuo, sulle famiglie, sull’economia della nazione, sull’intera collettività”. Di fronte a questa problematica, la Caritas diocesana di Gaeta, da tempo impegnata a contrastare la diffusione delle ludopatie, in collaborazione con le associazioni che hanno aderito al Tavolo di Cittadinanza attiva (il Laboratorio sociopolitico parrocchia di San Giacomo Gaeta, l’Associazione Gocce di fraternità sede di Gaeta, l’Associazione Vittorio Bachelet, l’Anpi Formia, l’Associazione Amici di Raoul Follereau sezione Latina, l’Associazione per la tutela dei beni comuni di Formia, la cooperativa sociale Osiride, il Circolo intercomunale Legambiente “Luigi Di Biasio”, il Circolo Legambiente Verde Azzurro Sud Pontino, la Lega Spi Cgil Sud Pontino), organizza il convegno “Azzardo e mafie: un grido di allarme nel Sud pontino” sabato 1° aprile, alle 10.30, presso la Sala Ribaud del comune di Formia, in via Vitruvio 190. Intervengono mons. Luigi Vari, arcivescovo di Gaeta, Maurizio Falco, prefetto di Latina, Filippo Torrigiani, consulente della Commissione parlamentare antimafia, Luigi Galluccio, comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Formia.
“In Italia, il volume d’affari derivante dall’azzardo, a differenza di altri comparti economici, è in forte crescita, nonostante la crisi economica. Esso rappresenta, attraverso le diverse modalità di gioco, un settore di rilievo per dimensioni e per fatturato, caratterizzato da notevoli infiltrazioni mafiose e da numerosi reati di usura, estorsione, riciclaggio, nonché dalla sottrazione di risorse economiche all’erario”, ricorda in una nota la Caritas diocesana di Gaeta.
Il convegno “serve a mobilitare i cittadini, le associazioni e le istituzioni a diffondere la consapevolezza che l’azzardo non è un gioco, può generare una dipendenza patologica e, spesso, i profitti di questo settore vanno ad alimentare gli illeciti guadagni della criminalità organizzata”. Nell’ascoltare la “disperazione dei molti incappati” in questo “cancro del XXI secolo”, “si vuole lanciare un grido di allarme nel territorio del Sud pontino quale contributo per contenere la vertiginosa diffusione” di questa vera reale “cultura della morte”.